La storia di un mito Tutto su Marilyn, dai trucchi ai tacchi

La storia di un mito Tutto su Marilyn, dai trucchi ai tacchi

«Marilyn? Contrariamente alla sua immagine di bionda svampita, era una donna estremamente colta, una lettrice accanita che avrebbe indossato egregiamente uno dei miei piccoli abiti in maglia, perfetti per enfatizzare la sua sensualità» diceva ieri a Parigi Massimiliano Giornetti, direttore creativo di Ferragamo, quando a margine della conferenza stampa di presentazione della sfilata al Louvre, gli abbiamo chiesto se l'attrice fosse in qualche modo speculare all'idea di femminilità della collezione. Non sfugge, infatti, l'importanza della mostra che Ferragamo dedica alla diva scomparsa cinquant'anni fa. Allestita nelle sale del Palazzo Spini Feroni a Firenze, apre i battenti il prossimo 20 giugno e rimane fino al 28 gennaio 2013. Certo, vista la quantità d'iniziative collegate al personaggio viene da pensare che la Monroe è come il maiale: non si butta via nulla. L'icona della seduzione è protagonista di diverse esposizioni, della locandina del Festival di Cannes, del film con Michelle Williams nelle sale in questi giorni, di programmi TV come Smash, un serial di Steven Spielberg con Angelica Houston e Uma Thurman. Tra operazioni commerciali - vestiti, gioielli e cosmetici a lei ispirati - e clonazioni del suo stile da parte di star hollywoodiane con risultati non sempre eccelsi, il mito di Marilyn resiste. La lettura che ne fa la mostra fiorentina è sfaccettata e interessante. Del resto, pur non avendola mai incontrata di persona, Salvatore Ferragamo le aveva fornito una delle armi più affilate del suo celebre sex-appeal: le décolleté tacco undici con le quali sottolineava la sua memorabile andatura dovuta, pare, a una congenita lussazione dell'anca e non a una sospetta furbizia - accorciare di un centimetro un solo tacco - che le avrebbe consentito di accentuare l'ondeggiare dei fianchi. Di sicuro «il calzolaio dei sogni» conosceva gusti ed esigenze della donna che per anni ha rappresentato il sogno proibito dei maschi e non solo americani. Tant'è: oggi il museo Ferragamo conserva oltre venti modelli di calzature indossate dall'attrice di cui alcuni rieditati e messi in vendita in alcune boutique della griffe. Non ci sono in mostra solo scarpe (trenta paia) e alcuni bellissimi abiti del guardaroba della Monroe (cinquanta modelli) ma ha il pregio di mettere in relazione, attraverso filmati e documenti rari, la bellezza della diva con alcuni miti antichi e moderni del mondo dell'arte.

Oltre a celebri fotografie che ritraggono Marilyn in pose che per plasticità rimandano a importanti opere - da Afrodite a Leda, da Cleopatra a Didone - ci sono una sezione dedicata a Pasolini e all'interpretazione di Marilyn nel film «La rabbia», una con l'esposizione di opere d'arte tra cui il gesso della Ninfa dormiente del Canova che rimanda alle fotografie di Bert Stern e l'Alessandro morente, opera ellenistica che ha ispirato lo scatto di Cecil Beaton scelto come immagine simbolo della mostra. Imperdibili anche le «Quattro Marilyn» in bianco e nero di Andy Warhol del The Andy Warhol Museum di Pittsburg.

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