Milano - In Piazza Affari gli scambi sono iniziati da poco, ma nel quartier generale della Consob nella Roma dei Parioli il clima è teso. Bastano i primi dati registrati dalla divisione Mercati, il «grande occhio» della Commissione sul listino milanese, per rendere evidente che occorre una misura d'emergenza per fermare la speculazione che sta distruggendo insieme all'Eurozona anche i risparmi delle famiglie italiane.
Il presidente Giuseppe Vegas convoca d'urgenza la task force anticrisi, che coordina lui stesso. Ne fanno parte i tre commissari Vittorio Conti (prodiano, ex conoscenza di Banca Intesa e di Bankitalia), l'anima storica di Akros Michele Pezzinga e Paolo Troiano (ex segretario generale Antitrust), oltre al direttore generale Gaetano Caputi (proveniente dallo staff di Tremonti al Tesoro) e al suo vice Claudio Salini. È lui il «magistrato anticrisi» della Consob, l'uomo cui fa capo la supervisione della direzione Mercati. Passano i minuti, mentre Vegas avvia la riunione in videoconferenza tra gli uffici di Roma e Milano, affluiscono altri dati. Dopo un rapido giro di tavolo la decisione: blocco assoluto delle vendite allo scoperto su banche e assicurazioni di Piazza Affari, i titoli fino a quel momento più penalizzati. In sostanza può vendere azioni solo chi le ha realmente in portafoglio, niente da fare invece per chi si appoggia al prestito titoli o ai derivati. Una decisione drastica che Consob ha adottato per una settimana in parallelo ai colleghi della spagnola Cnmv, la Comisión Nacional del Mercado de Valores. Era già accaduto, pur con sfumature diverse la scorsa estate. L'obiettivo, come allora, è arginare gli operatori specializzati che guadagnano in Borsa vendendo titoli allo scoperto nell'intento di comprarli in un secondo momento a un prezzo inferiore. Operazioni perfettamente ortodosse che in situazioni normali aiutano l'efficienza del mercato, ma che in un contesto come l'attuale possono concorrere alla condanna dell'euro, perché amplificano la corrente ribassista rendendo agli Stati quasi impossibile difendersi. Ieri la mossa ha funzionato e la tensione in Borsa si è allentata ma in Consob sanno che qualsiasi norma può essere aggirata, magari triangolando sulle sale operative estere. I prossimi giorni i cento «sceriffi» della divisione Mercati avranno quindi più di un grattacapo. Si tratta di tecnici, analisti ed ex trader incaricati di setacciare gli scambi della Borsa alla ricerca di anomalie. Alcuni di loro si sono fatti le ossa nelle università statunitensi o alla Sec, l'equivalente americano della Consob, altri hanno invece una formazione giuridica, con un focus su diritto societario e regolamentazione dei listini.
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