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STROZZATI DALLE TASSE Un Paese di poveri (evasori)

I dati Irpef: metà degli italiani dichiara meno di 15mila euro di reddito all'anno. Allarme sui prezzi: vola la benzina (+18,6%), arriva la stangata sulle bollette. L'IMPRENDITORE: "Così l'Erario vuole farmi fallire" L'INIZIATIVA / Strozzati dalle tasse: raccontaci la tua storia a segnala@ilgiornale.it. Porteremo le lettere ad Attilio Befera

STROZZATI DALLE TASSE Un Paese di poveri (evasori)

Una volta all’anno, quando vengono resi noti i dati riassuntivi delle dichiarazioni dei redditi, in Italia si assiste ad un fenomeno che, in fantascienza, si chiama universo parallelo. Per un giorno si toccano due realtà: il mondo vero, con ricchi e poveri, con vetture di lusso ed utilitarie equamente distribuite nel traffico che ci circonda, con le case in periferia e gli appartamenti in centro; poi invece esiste il mondo di fantasia del modello Unico, dove regnano fame e miseria e dove le abitazioni sono solo panchine nel parco e povere capanne. In questo mondo dieci milioni di persone non hanno dichiarato alcun reddito fiscalmente imponibile e quindi è probabile che abbiano vissuto di elemosine.

Si fa fatica però a vedere anche chi avrebbe potuto elemosinare, perché nell’universo parallelo del modello Unico quattordici milioni di italiani arrancano fra gli stenti con un reddito dichiarato inferiore ai 10mila euro. La media di questo sfortunato mondo di fantasia (ma molto reale) è di 19.500 euro lordi all’anno, in pratica non distanti dai mille euro netti al mese. Solo una percentuale da agente segreto, vale a dire lo 0,07% del totale pari a solo 30 mila soggetti, ha il coraggio (o l’onestà) di dichiarare più di 300 mila euro lordi, cifra rispettabile ma non certo da “ricco” inteso come paperone con yacht e villa, per quelli occorrono i milioni. Curioso però che nel mondo reale le barche immatricolate in Italia siano oltre 100mila e ovviamente infinitamente di più sono le case di pregio, le ville e le macchine di prezzo tale che mai e poi mai un percettore di miniredditi potrebbe permettersi.
Nell’universo parallelo dell’Unico gli imprenditori si mandano i curriculum da soli, perché i loro dipendenti in media dichiarano di più (18.170 euro contro 19.810) quindi converrebbe loro auto-assumersi e i negozianti alzano la saracinesca alla mattina per hobby dato che i redditi sono spesso nulli o negativi.

Qualche considerazione a questo punto si impone: innanzitutto verrebbe da dire che il lavoro di chi, come il direttore di Equitalia Attilio Befera, presenzia costantemente in televisione vantando straordinari risultati nella lotta all’evasione probabilmente così straordinario non è stato. In presenza di una situazione come quella fotografata dalle dichiarazioni relative al 2010 (in linea con quelle degli anni precedenti) pescare un evasore non appare un’impresa impossibile. In seconda battuta si capisce quanto demagogico e propagandista sia il ricorrente atteggiamento (tipico di una certa sinistra) che invita a «far pagare i redditi alti per redistribuire ai redditi bassi» dato che questi panda della dichiarazione fedele già pagano per tutti e, anche se ulteriormente spremuti, di certo non possono compensare la marea di abbonati al reddito zero, per i quali gli sgravi delle aliquote sono del tutto indifferenti perché semplicemente non sanno cosa siano queste cose strane delle tasse di cui tutti si lamentano né, evidentemente, viste le minacce mediatiche, si tratta di argomento che gli interessi.

In condizioni normali non ci sarebbe motivo per premiare chi fa il proprio dovere, tuttavia in presenza di un’evasione così diffusa si tratterebbe di un caso di scuola dove l’applicazione di un regime simile alla “flat tax”, con un’unica aliquota ragionevole, potrebbe essere di successo. Per una volta verrebbero sgravati gli onesti e si potrebbe decidere una qualsiasi pena a piacere per chi, nonostante tutto, dovesse ancora sgarrare. Nessun rischio di perdita di gettito, dato il microscopico numero di redditi alti dichiarati. Un’ultima considerazione riguarda il Pil Italiano. In esso è stimato un 10% circa di sommerso: ebbene, è possibile che questa quota sia ben più alta. Facendo emergere l’economia occulta con aliquote più ragionevoli ci sarebbe anche nei numeri una crescita del Paese.

Peccato che nessuno lo voglia fare, finora i governi di ogni colore si sono sempre esercitati alla caccia all’onesto, segnato a dito per i suoi beni tassati e dichiarati e costretto quasi a vergognarsi.

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