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Un sudafricano cacciatore di relitti È lui a dirigere le operazioni

Quando non è in giro per il mondo a salvare relitti di navi, Nick Sloane, il sudafricano di 52 anni alla guida dell'operazione rotazione della Concordia, si diletta a giocare a golf («ma- confessa-, con modesti risultati») e ad andare in barca a vela.
Sorriso giovale, capelli rossicci, è un grande estimatore di vini. Passione che gli avrà fatto particolarmente apprezzare il suo soggiorno in Italia. Sposato con Sandra, tre figli, risiede a Città del Capo. Ma il suo lavoro lo porta quasi sempre lontano da casa.
Nato in Zambia, il «Senior salvage master» della Titan Micoperi che comanda nella control room allestita al Giglio, ha maturato oltre 27 anni di esperienza nel recupero in mare occupandosi del salvataggio e della rimozione di relitti in tutto il mondo: dal Pakistan all'Arabia Saudita, dallo Yemen agli Stati Uniti, dall'Australia alla Papua Nuova Guinea, dal Brasile all'Africa. Ha anche fatto parte del team di intervento della Marina statunitense per l'Afghanistan (2002) e l'Iraq (2003). Tra i suoi interventi più complessi si segnalano quello del Jolly Rubino, naufragato nel 2002 in seguito ad un incendio e «spiaggiatO» sulla costa del Sudafrica. È un compito particolarmente delicato quello del «Salvage Master»: deve non solo recuperare il relitto, ma anche farlo minimizzando i danni ambientali.

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