- Oggi apro per caso l’Avvenire (lo so, dovrei farlo ogni mattina ma mi provoca irritazioni cutanee) e vedo questo titolo di testa: “La fede guidi la conversione ecologica”. L’appello delle Chiese. Siamo arrivati a questo, dite addio a “convertiti e credi al Vangelo”, unica strada per la Salvezza eterna, ma “convertiti e credi al green”. Poi non lamentatevi se i giovani dicono: che vado a fare in Chiesa, se tanto basta essere generalmente convertirsi all’ecologia?
- "Non si può dire ‘vergogna' a uno spettatore che fischia”, ha detto il presidente del Senato Ignazio La Russa parlando delle frasi di Rino Gattuso dopo la contestazione dei tifosi azzurri. Ha ragione da vendere. Amen.
Allora, io sono iscritto (purtroppo) all’Ordine dei Giornalisti della Lombardia. Ma se abitassi in Liguria, secondo voi come dovrei sentirmi di fronte al seguente corso (che vale 6 crediti formativi) organizzato dall’ordine? Riporto per intero il comunicato, perché sennò sembro scemo:
Due professioni sott’attacco: la separazione delle carriere e la legge “bavaglio”. Norme, approfondimenti e discussioni Genova. Il corso di formazione è organizzato dal consiglio dell’Ordine dei giornalisti della Liguria con Anm (Associazione Nazionale Magistrati) e con il patrocinio dell’Università di Genova. Si affronta il tema della separazione delle carriere della magistratura e il relativo referendum e leggi (Costa e Cartabia) che pongono un effettivo bavaglio ai cronisti di cronaca nera e giudiziaria. (…)
Ne parlano:
• Francesco Gratteri, procuratore capo di Napoli
• Cesare Parodi, presidente nazionale Anm
• Enrico Zucca, procuratore generale di Genova
• Elisabetta Vidali, presidente corte d’appello di Genova
• Marcello Basilico, giornalista e consigliere del Csm
• Massimo Giannini, editorialista di Repubblica
• Federico Manotti, presidente Anm Liguria
• Alessandra Costante, segretaria generale Fnsi
• Tommaso Fregatti, presidente Odg Liguria
• Federico Manotti, presidente Anm Liguria
• Massimo Ferrante, professore Unige
• Vincenzo Roppo, professore emerito Unige
• Federico Delfino, rettore Unige
• Marco Lignana, consigliere odg Liguria, giornalista Repubblica
• Marco Grasso, giornalista del Fatto Quotidiano
• Marco Preve, giornalista Repubblica
• Matteo Indice, giornalista Il Secolo XIX
Non conosco le posizioni di tutti gli invitati, ma ho letto i resoconti sul canale Instagram dell’Odg, oltre quelli dell’Ansa, e segnalo solo un paio di cose. Tra gli oratori ci sono: Gratteri (contro la Riforma), Giannini (contro la Riforma), Parodi (presidente Anm, contro la riforma), Marcello Basilico (consigliere Csm, contrario), Enrico Grosso (presidente Comitato per il no), giornalisti di Repubblica e Fatto Quotidiano (entrambi contrari alla Riforma). Non vedo giornalisti di testate come Il Giornale o Il Foglio (favorevoli alla Riforma) né magistrati del calibro di Gratteri che voteranno sì. Mi spiegate come è possibile che un Ordine dei Giornalisti, che dovrebbe praticare il confronto e alimentarlo, possa organizzare un dibattito così schierato? Più che un corso, pare indottrinamento.
- Scusate: l’Odg non dovrebbe rappresentare anche me, povero sfigato giornalista “di destra”? A chi mi devo rivolgere, per un corso obiettivo e plurale sulla riforma della Giustizia? A Paperino?
- Ps: "Francesco Gratteri" non è un mio errore. Io ho copia-incollato il comunciato sul sito dell'Ordine. Pensa tu come siamo messi.
- Non ho dubbi che Gratteri sia un magistrato di livello. Ma io mi chiedo: come è possibile che sia così scarso (si può dire?) nella sua espressione parlata e televisiva? Si mangia tante di quelle parole da farci un'insalata. L’accento marcatamente dialettale è fastidioso, soprattutto in boca a chi dovrebbe aver imparato, ad una certa età e ad un certo livello, a nasconderlo quando si esprime in pubblico. Storpia qualche nome. Non che Di Pietro fosse meglio eh… o forse è una caratteristica utile ai pm?
- Io più che “No Meloni Day” lo chiamerei “No Coerenza day”.
Ma come fai a mettere nello stesso calderone di proteste i Fridays for Future, il green, la guerra, la Palestina, il fascismo in Italia e la scuola? E soprattuto: ma perché, alla fine, deve sempre finire a prendere a botte la polizia?