Tancredi arrestato, Sala resiste. Lite Conte-Schlein sulle dimissioni

Il sindaco: "Mai agito per interessi, ora vado avanti a lavorare". Sinistra sotto choc in aula. Su San Siro aiutino e spallata leghista

Tancredi arrestato, Sala resiste. Lite Conte-Schlein sulle dimissioni
00:00 00:00

«Continuerò a lavorare per Milano, con passione e dedizione». Scoppia il terremoto a Palazzo Marino, con la notizia degli arresti domiciliari disposti dal Gip per l'ormai ex assessore Giancarlo Tancredi (nella foto) nonostante le dimissioni della giunta e il sindaco Beppe Sala commenta con una nota solo quando, col passare delle ore, la sua posizione si alleggerisce. Cade l'accusa di induzione indebita, potrebbe rimanere in piedi quella per false dichiarazioni su qualità proprie o di altre persone. «Prendo atto dei nuovi provvedimenti emessi oggi dalla magistratura - afferma -. Il Gip non ha ritenuto sussistente l'ipotesi di induzione indebita che parrebbe essermi stata rivolta dalla Procura di Milano. Del resto, corrisponde alla mia più ferma convinzione di non avere mai agito per finalità personali». Rimane «forte la mia attenzione per la fase delicata che sta attraversando Milano» e «spero che Tancredi possa chiarire al più presto la sua posizione». Conferma la linea dell'avanti tutta voluta anche da Elly Schlein. Dinnanzi alla richiesta di dimissioni del primo cittadino invocate dal leader M5S Giuseppe Conte convinto che Sala sia stato «la testa di un sistema che ha portato al far west edilizio», ieri sera la segretaria del Pd ha detto: «A Milano il Movimento 5 stelle non è in maggioranza, io non ne condivido le valutazioni e noi abbiamo confermato il nostro pieno supporto al sindaco, con cui stiamo già lavorando per governare i cambiamenti necessari alla città».

Il quadro resta però complicatissimo, come sottolinea la vicesegretaria nazionale della Lega Silvia Sardone: «Al di là dei tragicomici proclami del Pd lombardo, questa giunta si trascina in una lenta agonia, paralizzando Milano». Il segretario provinciale della Lega Samuele Piscina e il capogruppo Alessandro Verri avevano convocato ieri una conferenza stampa alle 15.30 sulle battaglie in vista a settembre e scoprono in diretta dei domiciliari per Tancredi. «Ha fatto bene a dimettersi. Almeno chi è arrestato non è più dentro il Comune, ma le scelte del sindaco vengono messe sempre più in discussione - attaccano -. Non possiamo andare avanti altri due anni con l'urbanistica ferma, la vendita di San Siro in bilico. Rassegni le dimissioni e si torni al voto».

Minaccia che, prima ancora degli ultimi sviluppi, viene ventilata dallo stesso sindaco. Proprio ieri Repubblica riportava uno sfogo, l'ultimatum alla maggioranza: «O portiamo avanti i progetti come San Siro a settembre o tutti a casa». Ad oggi 6 consiglieri a sinistra sono contro, forse un settimo. Un «aiutino» potrebbe arrivare dalla Lega, l'astensione abbasserebbe il quorum, ma Sala dovrebbe pagarlo a caro prezzo: «Siamo in attesa di vedere la delibera. Abbiamo chiesto di riqualificare il quartiere e sistemare la situazione parcheggi. Il nostro voto a favore sicuramente non ci sarà, non facciamo la stampella della sinistra, possiamo provare a pensare se sarà il caso di non partecipare al voto. Ma lo decideremo sulla base dei contenuti». E Verri aggiunge che «daremo la spallata a Sala, senza i voti dei suoi dovrà dimettersi il giorno dopo».

Il consiglio comunale si riunisce alle 16.30 e alla spicciolata arrivano gli esponenti del Pd sotto choc, c'è chi scopre la notizia su Tancredi al bar vicino, chi alla buvette. L'assessore Arianna Censi è spiazzata, il collega Emmanuel Conte si infila in aula, Daniele Nahum di Azione e altri dem si chiedono «cosa succederà ora?». Non escludono sviluppi peggiori, idem Fedrighini o il verde Monguzzi che chiede ora «un passo avanti della politica. Non ho dubbi sull'onestà di Sala ma venga in aula a spiegare politicamente cosa è accaduto negli ultimi anni. C'era un assessorato ombra? Chi ha lasciato tutto questo potere alla Commissione Paesaggio?». La capogruppo Pd Beatrice Uguccioni apprende che le accuse a carico di Sala sono cadute e commenta: «Questa è una buona notizia. Su San Siro abbiamo intrapreso un percorso di approfondimento col sindaco e al termine faremo le nostre valutazioni, finora i documenti sulla stadio sono stati approvati solo coi numeri della maggioranza». Per il capogruppo FdI Riccardo Truppo «il voto sullo stadio sarà ancora più in salita.

Sala lasci perchè è inevitabile che la sua azione sarà ancora più titubante». Frena il leader di Noi Moderati Maurizio Lupi «anche se il giudizio sulla giunta è negativo». Alessandro De Chirico (Fi) è garantista ma si chiede «come possa rimanere al timone il Pd dopo questo tsunami».

Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica