Taranto, il sindaco Bitetti ritira dimissioni e oggi sarà al Mimit

Piero Bitetti, sindaco di Taranto, ha ritirato le proprie dimissioni presentate pochi giorni fa dopo essere stato duramente contestato da parte di movimenti ambientalisti locali

Taranto, il sindaco Bitetti ritira dimissioni e oggi sarà al Mimit
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Piero Bitetti, sindaco di Taranto, ha ritirato le proprie dimissioni presentate pochi giorni fa dopo essere stato duramente contestato da parte di movimenti ambientalisti locali che gli chiedevano di non firmare l'accordo trovato per il futuro dell'ex Ilva.

Questo pomeriggio, dunque, Bitetti dovrebbe presenziare alla riunione convocata dal ministro Adolfo Urso presso il ministero delle Imprese e del Made in Italy. L'incontro sancirà la firma dell'accordo interistituzionale che chiarirà il futuro dello stabilimento di Taranto. La revoca delle dimissioni, presentate per "inagibilità politica", sembrava esclusa fino a ieri e sarebbe legata proprio alla necessità di garantire la presenza istituzionale della città al tavolo ministeriale. L'assenza del sindaco, infatti, lascerebbe scoperta la rappresentanza del Comune in questa fase cruciale per Taranto.

"Non posso pensare che si discuta della nostra città e nessuno ci sia a rappresentarla", ha detto Bitetti all'Adnkronos, sottolineando che le dimissioni non avevano origine in "questioni politiche" o "di fughe" ma volevano "testimoniare un gesto eclatante, perché il linguaggio delle intimidazioni e delle offese non deve prevalere". E ha aggiunto: "Da più parti sono stato invitato a tornare su miei passi, perché per fortuna a Taranto esiste una maggioranza silenziosa che si esprime con il voto. Un appello, questo, che - ha concluso il sindaco - mi ha spinto a ritirare le dimissioni e a mettermi in viaggio per Roma: ho sentito il dovere di rappresentare la città".

Dopo le dimissioni, però, la seduta del Consiglio comunale che avrebbe dovuto conferire a Bitetti un mandato chiaro sul tema è stata annullata, ma nel vertice odierno al ministero potrebbe non esserci la firma dell'accordo di programma. Il ministro Urso, infatti, aveva annunciato di voler chiudere prima l'intesa sulla realizzazione dei tre forni elettrici e, quindi, di rimandare a un secondo momento l'approfomdimento sul polo Dri.

In realtà, intervistato da La Stampa, Urso ha dichiarato: "Non possiamo più aspettare, perché occorre aggiornare la gara in corso per l'assegnazione degli impianti dell'ex Ilva, almeno per la parte relativa alla realizzazione del piano siderurgico di piena decarbonizzazione, che sarà alla base del negoziato con i potenziali investitori". Intanto la Camera ha approvato la fiducia al decreto ex Ilva con 178 voti a favore, 107 contrari e 4 astenuti.

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