Tascha, la pitbull buona assunta come infermiera

C'è silenzio, nella cameretta di Dylan, silenzio e luce soffusa, rischiarata dalle sottili onde azzurre che si rincorrono sui monitor. Medici, infermieri, genitori, tutti si muovono con precauzione e con la dolcezza che richiede un bambino in coma da dieci anni, da quando è nato. La terribile sentenza di un coma vegetativo permanente però non ha piegato la fermezza della famiglia Gerzmehle che vive a Schönwalde-Glien in Brandeburgo. I coniugi devono crescere altri tre bambini, ma stanno dedicando a Dylan ogni possibile energia perché abbia la possibilità di migliorare. E di fronte alle perplessità espressa dai medici dell'ospedale, ha prevalso l'intuito di mamma e papà. Così, sei anni fa, alle terapie e alle cure più moderne, somministrate al bambino, se n'è aggiunta una, che si chiama Tascha. Non è un farmaco, ma un cane, una femmina di una razza molto discussa e addirittura proibita in varie nazioni, per il suo utilizzo criminale come cane da combattimento. Quando i Gerzmehle l'hanno acquistato, vivevano ancora a Berlino e non sapevano che Tascha è una femmina di American Staffordshire Bull Terrier (per semplificare, un Pit Bull). Si erano innamorati di quel cucciolo, tutto qui.
L'idea di portare a contatto il cane con il bambino in coma è stata a lungo discussa e, alla fine, si è deciso di tentare questo nuovo approccio terapeutico, anche se il cane in effetti non era mai stato addestrato per un'eventuale pet therapy (la cura delle malattie tramite l'utilizzo di animali). Dal primo giorno Tascha si è arrotolata sul cuscino vicino alla testa di Dylan, in assoluto silenzio, poi, come dimostrano i video girati dallo staff medico, ha cominciato a leccare le mani del bambino, poi i piedini, poi a dargli piccoli colpetti col muso sui fianchi e sul petto. Le espressioni del viso di Dylan non cambiano agli occhi di un estraneo, che non si accorgerebbe neppure di piccole reazioni percepibili solo da osservatori attentissimi, come medici e genitori. Ma le macchine sono ancora più sensibili ai cambiamenti del respiro e soprattutto delle pulsazioni cardiache. «Dylan è più felice, quando accanto a lui c'è Tascha» afferma risolutamente la mamma Barbara. «Se non credete a me, guardate i grafici delle macchine cui Dylan è collegato: il respiro si calma e le pulsazioni diminuiscono». I medici, guardano i report dei monitor e concordano. Quando è assieme a Tascha, Dylan fa piccoli ma continui miglioramenti.
La famiglia si trasferisce, da Berlino nel Brandeburgo e qui accade un fatto banale che diventerà un dramma. Un comune diverbio e Tascha morde il cane del vicino di casa. Nulla di grave, due punti, le scuse dei Gerzmehle e tutto sembra chiuso. Ma Tascha è una razza particolare e la legge impone, in questi casi il sequestro e la soppressione. Dylan rischia di rimanere senza l'amica che lo veglia e lo fa migliorare. Un vigile del fuoco, Jürgen Töpfer, viene a sapere della storia e lancia l'appello su Facebook. In due giorni arrivano 250.000 firme da tutto il mondo. Le autorità tedesche sono dilaniate dal dubbio: rispettare la legge e lasciare che il respiro di Dylan diventi affannoso come il battito del suo cuore, o ascoltare le suppliche dei genitori? Si dice che i tedeschi siano «crucchi», ma questa volta ascoltano il cuore e non le norme stampate. Tascha viene affidata a un parente che abita a pochi chilometri dall'ospedale e dovrà seguire un programma di educazione comportamentale che ne farà un cane da pet therapy riconosciuto.

Ogni giorno le è concessa una breve visita a Dylan e, quando lei gli lecca le mani, il bambino è felice, perché la mamma aveva ragione, prima ancora delle macchine. Nessuno ha cambiato le luci dell'albero di Natale, nella cameretta di Dylan. Eppure sembra facciano più luce.

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