Tassa sulla solidarietà, le banche si scusano

Tassa sulla solidarietà, le banche si scusano

«Si è trattato di un errore, i soldi verranno restituiti. Ho invitato le banche a non far pagare nulla per queste transazioni».
Giuseppe Mussari, presidente dell’Abi, la «Confindustria delle banche», derubrica a mero «errore» l’applicazione delle normali commissioni ai bonifici effettuati per donare denaro alle popolazioni dell’Emilia Romagna colpite dal terremoto. Volontà di lucrare sulla tragedia? Speculazione? Giammai. «È solo un problema di natura tecnica - ha aggiunto il presidente - e si tratta di far mettere a posto i sistemi informatici». Sì, insomma, un problema di natura informatica di facile risoluzione. E per coloro che si sono visti «lievitare» la donazione allo sportello dei soliti 4-5 euro di costo del bonifico ci sarà presto la restituzione dell’importo. «Questi soldi verranno restituiti - ha sottolineato Mussari - e chi ha pagato queste commissioni per tali funzioni può richiederli indietro e mi auguro che i sistemi funzionino perfettamente». Quello che deve essere chiaro, secondo il numero uno dell’Abi, è che «non c’è assolutamente la volontà delle banche di guadagnare dalle donazioni».
Mussari non ha tutti i torti: molti istituti hanno sospeso le rate dei mutui nelle zone colpite dal sisma e hanno messo a disposizione plafond da decine di milioni di euro per la ricostruzione (prima del governo stesso). Ma la sollecitudine nel voler smentire qualsiasi tentativo di lucro sui bonifici ha un po’ il sapore della retromarcia. Del tentativo di mettere una pezza a quello che poteva rivelarsi un altro clamoroso autogoal per il sistema bancario italiano.
E non a caso il gruppo Intesa Sanpaolo è stato tra i primi ad attivarsi per rimediare ai disguidi. Di uno di questi era stato protagonista il dottor Francesco Baldisserotto che al Giornale aveva rivelato il pagamento della commissione per una donazione sul conto Mediafriends dedicato all’Emilia Romagna presso una filiale Cariveneto del gruppo Intesa. «I casi sono stato solo due su 5.600 filiali - precisa un portavoce della banca - e sono attribuibili ad errori di procedura». Chiunque voglia effettuare presso gli sportelli Intesa bonifici a favore delle zone terremotate «non si vedrà attribuire alcuna commissione».
Identico discorso per l’altro grande gruppo bancario italiano, Unicredit. L’istituto di Piazza Cordusio ha aperto un conto corrente dedicato sul quale si può donare gratis e ha avviato la mappatura dei conti correnti di altre banche dedicati all’emergenza per vedere se siano state erroneamente applicate commissioni. Pure il Monte dei Paschi ha avviato una procedura analoga. Comunque la banca senese non prevede commissioni su tutti i bonifici solidali e finora non ha registrato disguidi. La Bnl ha deciso di tagliare tutte le commissioni per le donazioni pro-sisma ed effettuerà lo storno se erroneamente fossero state applicate.
La politica è la medesima per tutti i grandi gruppi. Ubi Banca già da tempo prevede per l’home banking la possibilità di non vedersi applicare le commissioni se la donazione è benefica (basta una specifica) e lo stesso vale in filiale. Anche il Banco Popolare e il gruppo Banca Popolare dell’Emilia Romagna, hanno un conto dedicato e hanno azzerato tutte le fees. Discorso diverso per altre due realtà importanti. La Banca Popolare di Milano ha attivato un conto corrente aperto dalla Caritas ambrosiana, mentre Veneto Banca sta studiando procedure e modalità per non applicare costi aggiuntivi in attesa di aprire un conto ad hoc.


La strada migliore, comunque, è verificare sempre allo sportello quale sia la modalità giusta per donare. Se non tutti i conti di beneficenza sono registrati presso la banca, c’è il rischio (temporaneo) di pagare la commissione.

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