Non c'è pace per la Sanità in Puglia. L'ultimo inciampo del settore nella Regione governata da Nichi Vendola non arriva stavolta dalle aule di giustizia, ma dal Consiglio dei ministri. Che ieri ha deciso di impugnare la legge di bilancio pugliese davanti alla Corte costituzionale poiché «contiene disposizioni in contrasto con il piano di rientro dal disavanzo sanitario e con i principi in materia di ordinamento della finanza pubblica e, pertanto, viola l'articolo 117, comma 3, della Costituzione».
Il problema è una norma, inserita dalla giunta regionale nella legge di assestamento al bilancio, che prevede la possibilità per i direttori generali delle Asl di prorogare i contratti in scadenza a infermieri e medici assunti a termine. Una questione nata con il braccio di ferro tra la Regione Puglia e il precedente governo proprio sulla stabilizzazione - in assenza di pubblici concorsi - del personale sanitario assunto a tempo determinato, che aveva visto la Consulta bacchettare la Regione, costretta dunque a far tornare «precario» il personale assunto e poi stabilizzato. Ora, nel mirino, finisce il tentativo della giunta di assicurare il rinnovo dei contratti a quegli stessi dipendenti «destabilizzati».
L'assessore pugliese alla Sanità, Ettore Attolini, però, incassa la notizia ostentando tranquillità.
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