«Abbiamo bisogno di tempo per riflettere», dicono i cardinali statunitensi Daniel Di Nardo e Sean Patrick O'Manley. I porporati «elettori», che nelle Congregazioni generali sono al fianco degli over-80 - cioè i cardinali che non voteranno ma la cui esperienza e la cui opinione peserà sul Conclave - vogliono prendersi tutto il tempo a disposizione nelle Congregazioni per affrontare le questioni al centro della vita della Chiesa, confrontarsi e approfondire temi cruciali, in modo da arrivare al momento delle elezioni del Pontefice «con le idee chiare». Ma come dimenticare il dossier Vatileaks? Se al mattino e solo al mattino i cardinali si riuniscono per i colloqui formali, è facile pensare che uno dei temi più scottanti della Chiesa venga affrontato nelle ore pomeridiane. Nelle Congregazioni - ha dichiarato O'Manley, nel corso di una conferenza stampa - stiamo capendo le necessità della Chiesa nel momento attuale, stiamo conoscendo da vicino i rappresentanti dei vari Paesi e da questo processo emergerà il nome del possibile candidato» al soglio pontificio. Quanto al resto: «I cardinali sono fiduciosi che avranno le informazioni di cui hanno bisogno per una decisione così importante», ha detto il cardinale di Boston.
A disposizione ci sono i tre cardinali Julian Herranz, Josef Tomko e Salvatore De Giorgi che hanno indagato sullo scandalo e che non parteciperanno al Conclave a causa della loro età. Seppure i porporati gettano acqua sul fuoco del caso Vatileaks, ogni informazione in merito e forse in grado di modificare i giudizi sui «papabili» successori di Benedetto XVI potranno attingerla dai tre «anziani».
Contatti, dialoghi: tutto peserà sul voto finale, in attesa che venga stabilita la data di inizio del Conclave.
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