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La tentazione del Cav: anticipare il congresso Pdl

Oggi si decide sul voto segreto in Aula, il partito pensa a una manifestazione al Senato

La tentazione del Cav: anticipare il congresso Pdl

Roma - Prende tempo il Cavaliere. E aspetta gli eventi. Con gli occhi puntati sul voto di Palazzo Madama che di qui ad una quindicina di giorni si pronuncerà sulla sua decadenza da senatore. Sarà quello il punto di non ritorno. Con Silvio Berlusconi deciso a non recedere di un passo e pronto a puntare il dito contro il Pd e contro tutti coloro che continueranno ad «andare a braccetto» con quelli che l'ex premier non esita a definire i suoi «carnefici». Il redde rationem, insomma, è rimandato a quando l'aula del Senato voterà la decadenza: una resa dei conti non solo con il Pd e con il governo Letta, ma pure interna al Pdl. Perché a quale punto - è il senso dei ragionamenti che il Cavaliere consegna ai suoi interlocutori - «non ci sarà più spazio per gli equilibristi». Insomma, «o con me o contro di me». E tanto l'appuntamento è considerato centrale che già da qualche giorno si sta ragionando seriamente sull'organizzare una sorta di «controgirotondo» sotto Palazzo Madama. Una vera e propria manifestazione con centinaia di migliaia di persone che dovrebbero arrivare da tutta Italia per testimoniare la loro solidarietà al Cavaliere. La macchina organizzativa in verità non è ancora partita, ma quei pochi che nel Pdl sono in grado di mobilitare i militanti tipo Raffaele Fitto sono già stati preallertati.

Ecco perché, dunque, Berlusconi sta temporeggiando. Perché, ripete in privato, «sarà quello il momento della verità». Sul punto, però, non tutti la vedono come lui. Non solo le colombe che vorrebbero coniugare il rispetto della leadership del Cavaliere con la tenuta dell'esecutivo, ma pure i cosiddetti lealisti che chiedono all'ex premier di chiudere la partita interna al più presto. Il pressing non solo di Fitto ma pure di Verdini è imponente perché - questa è la loro posizione - non si può aspettare l'8 dicembre, datata fissata per la convocazione del Consiglio nazionale del Pdl. Il passaggio formale del Pdl in Forza Italia, infatti, deve avvenire prima che Berlusconi venga dichiarato decaduto, così da evitare che le questioni si vadano a sovrapporre e che una possa condizionare l'altra. L'ex premier pare ci stia ragionando su, ma non è escluso che alla fine gli 800 membri del Consiglio nazionale del Pdl siano chiamati a riunirsi già la prossima settimana.
Oggi pomeriggio, invece, dovrebbe arrivare la risposta della Giunta per il regolamento del Senato chiamata a decidere sulla modalità del voto sulla decadenza (a scrutinio palese oppure segreto). Al momento non c'è una tesi che prevalga sull'altra e gli scenari sembrano restare tutti aperti. Al di là dei tecnicismi, però, la questione è ancora una volta politica, visto che è chiaro che un voto palese ridurrebbe al lumicino le possibilità di Berlusconi di uscire indenne dal voto del Senato mentre uno scrutinio segreto gli darebbe qualche speranza in più.

Nel segreto dell'urna, infatti, potrebbe arrivare qualche sorpresa da chi punta a far saltare il banco del governo, non tanto nel M5S quanto in quella parte di Pd che non ama né Letta né le larghe intese. Solo oggi pomeriggio, però, si saprà secondo quali regole si voterà la decadenza del Cavaliere. Con la montiana Lanzillotta che, pallottoliere delle Giunta per il regolamento alla mano, rischia di essere decisiva. «Ancora non ho deciso come votare e - spiega la senatrice di Scelta Civica - lo farò solo dopo aver sentito il dibattito in Giunta».

La partita, insomma, è ancora aperta.

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