L'una e tre minuti di ieri notte la terra trema. Cornicioni che cadono, mura che si spaccano. La gente corre in strada. Urla grida di disperazione e la macchina operativa che già comincia a fare la conta dei danni. Al termine, per fortuna, saranno tanti, i danni materiali, pochi, anzi pochissimi i danni alle persone se si esclude l'anziano deceduto a Scalea a seguito di un infarto.
I danni alle persone, però, sono attenuate anche perché da diversi mesi gli abitanti della zona del Pollino avevano deciso di dormire in auto o in sistemazioni di fortuna, perchè impauriti dalle numerose scosse di terremoto che si verificavano quotidianamente. Il massiccio del Pollino, al confine tra la Calabria e la Basilicata, è interessato infatti, da circa due anni da uno sciame sismico che ha già fatto registrare oltre 2.200 scosse di terremoto. Nessuna, però, fino a ieri notte, era stata dell'intensità di quella che ha colpito la zona compresa tra i comuni di Mormanno, Laino Borgo e Laino Castello. Una scossa di magnitudo 5. Nei mesi scorsi, nelle scorse settimane, però, le scosse sono state distintamente avvertite dalla popolazione ed il susseguirsi di terremoti aveva creato un clima di ansia e di paura nelle popolazioni delle zone colpite, che oggi ancora di più fanno fatica a trattenere lacrime e preoccupazione. Drammatica la storia di Francesco Longo il pensionato di 84 anni di Scalea morto per infarto. Per anni aveva lavorato come operaio dell'Enel e da quando era in pensione si dedicava esclusivamente ai suoi nipoti. Longo viveva in una abitazione adiacente a quella della figlia. Dopo aver avvertito la scossa di terremoto è sceso in garage dove ha preso la sua automobile per poi sistemarla in una zona tranquilla nell'eventualità potesse servire per far trascorrere la notte ai nipoti. Subito dopo è rientrato a casa per cercare di prendere delle coperte ma improvvisamente ha avvertito un forte malore. I familiari lo hanno soccorso e hanno chiamato i sanitari del 118 ma il pensionato è morto poco dopo. Con il terremoto da queste parti convivevano ormai da anni è la popolazione era già preparata al rischio. Ecco perchè quando il capo della Protezione civile Franco Gabrielli ieri è arrivato in Calabria ha potuto dire: «Il sistema di protezione civile con cui è stata affrontata l'emergenza sismica nel Pollino anche in virtù di uno sciame che va avanti da due anni è stato improntato alla massima trasparenza. La dimostrazione di tutto ciò sta sul sito del Comune (di Mormanno, ndr) dove il sindaco ha pubblicato tutta la corrispondenza tra lui e la commissione Grandi rischi. La macchina organizzativa dei soccorsi ha funzionato alla perfezione. Al momento non ci sono le condizioni per la dichiarazione dello stato d'emergenza nazionale come previsto dalla legge 100».
Ma lo stesso capo del dipartimento nazionale della protezione civile ha poi aggiunto: «Nessuno ci può dire se la scossa della scorsa notte abbia rappresentato l'apice dello sciame sismico in corso da tempo in questa zona, che è e resta sotto questo aspetto ad alto rischio». «L'allerta deve restare alta, molto alta - ha proseguito Gabrielli - questo lo devono sapere tutti quanti e io non posso dare nessuna rassicurazione in merito». Nel pomeriggio poi è iniziata la conta dei danni ed i primi sopralluoghi.
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