Il testamento tv di Priebke e l'ombra di una lucida regia

Le ultime parole dell'ex nazista diffuse a puntate: "Non potevi dire no ai massacri. La rappresaglia? Colpa dei partigiani". E così il caso monta

Il testamento tv di Priebke e l'ombra di una lucida regia

Roma - L'ultimo capitolo del «caso mediatico» esploso dopo la morte di Priebke, più «rumoroso» da morto che da vivo, è uno spezzone video. Tre minuti e 49 secondi dell'annunciato «videotestamento» dell'ex ufficiale nazista, estratti da una lunga intervista che non si sa se e quando verrà resa pubblica integralmente.
Il brano diffuso ieri dall'avvocato Paolo Giachini, titolato «intervista sulla sua autobiografia Vae Victis», mostra Priebke seduto in uno studio, camicia azzurra e gilet scuro, raccontare l'attentato dei Gap in via Rasella e la successiva rappresaglia, rispondendo alle domande di Giachini. Rappresaglia della quale, spiega l'ex ufficiale SS, i partigiani erano consapevoli: avrebbero fatto l'attentato «proprio a proposito», sperando in una sollevazione della popolazione, «che però non è avvenuta».
Priebke, che per l'eccidio è stato condannato all'ergastolo, definisce «una cosa terribile» l'esecuzione alle Fosse Ardeatine, perché non era «abituato alla morte» come invece l'organizzatore della rappresaglia, il capitano Schutz, che aveva combattuto «sul fronte russo». Ma ribadisce, una volta di più, che «naturalmente non era possibile» rifiutarsi, perché Schutz «ha detto a tutti che questo è un ordine di Hitler, dobbiamo eseguirlo, chi non vuol farlo è meglio che si metta con le vittime, sarà anche lui fucilato». Al termine dello spezzone, viene mostrato il testo di una dichiarazione di Priebke durante il processo al tribunale militare di Roma, in cui l'ex ufficiale esprime «condoglianze per il dolore dei parenti delle vittime delle Fosse Ardeatine», ricordando la «grande tragedia intima» costituita dall'«ordine di partecipare all'azione», e aggiungendo di pensare «ai morti con venerazione».
Il videotestamento ha subito sollevato nuove polemiche: Anpi, comunità ebraica, reduci e sopravvissuti hanno immediatamente criticato il contenuto della testimonianza. Che, va detto, non corrisponde al testo dell'intervista in sette pagine rilasciato il giorno della morte dell'ex SS, quella risalente alla fine di luglio, firmata «nella ricorrenza dei miei 100 anni», in cui Priebke pur condannando le violenze indiscriminate (commesse da chiunque e verso chiunque), e pur definendo l'Olocausto «una tragedia», sposa la teoria negazionista sulle camere a gas. L'intervista, invece, «riprende» la sua autobiografia, pubblicata nel 2003. Giachini non rivela la data della registrazione, che dovrebbe però non essere recentissima, sostenendo che «non è questa la cosa importante». La diffusione dell'ennesima «bomba» fa pensare a una sorta di strategia mediatica, attuata centellinando video e dichiarazioni postume della defunta SS per tenere i riflettori accesi sulla vicenda. Giachini smentisce. È Priebke - spiega - che teneva alla diffusione dello spezzone diffuso ieri. Il resto del video potrebbe essere reso pubblico solo una volta risolta la scottante questione della sepoltura. E del funerale, che «verrà fatto, non per mia scelta ma perché è la famiglia che lo vuole», precisa il legale, perché nella rovente serata di Albano laziale i sacerdoti lefevriani hanno soltanto benedetto la salma.
Intanto, il «mistero» del corpo è risolto. Priebke è ancora nell'aeroporto militare di Pratica di Mare, sul litorale romano, a disposizione dei familiari e del legale che ha «avuto mandato dalla famiglia di prendere contatto con l'ambasciata tedesca». Sembra dunque che sarà la Germania l'ultima destinazione della ex SS, e anche le esequie potrebbero svolgersi nella patria di Priebke.

«Il console e l'ambasciatore tedeschi - spiega Giachini, che incontrerà ufficialmente il prefetto di Roma Pecoraro per prendere accordi sul da farsi - hanno chiarito con un parere del governo che non c'è alcun ostacolo alla sepoltura in Germania». In che città, però, ancora non si sa.

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