Thunberg e Albanese allo sciopero generale dei sindacati di base: "Ci sarò per la Palestina"

La svedese e la relatrice Onu sono state invitate il 28 e 29 novembre a Genova e Roma: perché dovrebbero avere interesse a partecipare a manifestazioni convocate contro la Manovra di Bilancio?

Thunberg e Albanese allo sciopero generale dei sindacati di base: "Ci sarò per la Palestina"
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Il prossimo 28 e 29 novembre ci saranno due scioperi in Italia. Anzi, uno sciopero (il 28, ovviamente di venerdì) e una manifestazione nazionale a Roma. La mobilitazione è stata chiamata dai sindacati di base Usb, Cobas, Cub, Adl Cobas, Si Cobas, Sgb, Sial e Clap che avrebbero voluto con sé anche la Cgil, che però ha annunciato il proprio sciopero, ovviamente sempre di venerdì, il 12 dicembre. Il motivo dello sciopero è la Manovra di bilancio, lo stesso della Cgil, che però dai sindacati di base viene definita "manovra di guerra".

Cgil e gli altri hanno deciso di scendere in piazza divisi e sono scelte strategiche ma quel che colpisce è che allo sciopero generale convocato dai sindacati di base per la Manovra ci siano anche Greta Thunberg e Francesca Albanese. La svedese ha annunciato che sarà a Genova coi portuali il 28 e poi a Roma, così come Albanese. Il video della relatrice speciale, per altro, è stato condiviso e fatto rimbalzare sui social da profili legati al movimento palestinese: ma cosa c'entra questo con la Manovra di bilancio, cosa c'entra con uno sciopero generale convocato contro il governo? Ancora una volta sembra confermarsi la tendenza di voler mischiare i temi, di usare la Palestina come collante per cercare di fare il pieno in piazza e sbandierare i numeri. Perché Greta Thunberg dovrebbe andare a Genova per protestare contro la manovra di Bilancio di un Paese che non è il suo? Perché la relatrice speciale dell'Onu dovrebbe fare lo stesso, non come privata cittadina ma promuovendo la sua presenza in quello che ha tutta l'aria di essere un video-manifesto?

"Il 28 e il 29 novembre è stato indetto uno sciopero generale: io ci sarò, per la Palestina ma anche per tutti noi. Perché in Palestina il genocidio continua, a Gaza dal cosiddetto 'cessate il fuoco' Israele ha ucciso oltre 230 palestinesi, 70 bambini e 2milioni di innocenti restano senza casa, cibo e futuro. In Cisgiordania coloni e soldati continuano a sfollare, picchiare, bruciare case, mandrie e ulivi secolari, impuniti nel silenzio generale. Questa non è pace, perché ci sia pace dev'esserci giustizia, gli Stati devono smettere di commerciare con Israele, le imprese devono disinvestire, i cittadini devono smettere di acquistare prodotti israeliani", è l'inizio del video di Albanese.

La relatrice speciale Onu poi cerca di giustificare la presenza con un parallelismo tra Palestina, Europa e Italia, "quando l'ingiustizia diventa sistema, norme abusate, precarietà crescente, povertà dilagante, violenza contro chi osa chiedere giustizia". Ed è riuscita perfino a coinvolgere la Global Sumud Flotilla in questo discorso, tanto che il post è apparso anche in quel profilo. "Non possiamo fermarci ora, scendi in piazza, fallo per la Palestina, ma fallo anche per te", ha chiuso invitando allo sciopero.

L'idea che molti avanzano, e che si sta concretizzando in riunioni e associazioni, è che si stia saldando un movimento che coinvolge sinistra radicale e movimenti per la Palestina allo scopo di tentare il colpo corsaro alle prossime elezioni.

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