Ti sposi? Ecco chi ti aiuta a curare e preparare (il cane)

Ti sposi? Ecco chi ti aiuta a curare e preparare (il cane)

Confesso, sono allergico ai matrimoni, o meglio agli inviti nuziali. Quando vedo quella sinistra busta di carta speciale, con l’indirizzo scritto rigorosamente a mano (femminea), il corpo mi si copre di bolle pruriginose. Il ricordo va con terrore ai matrimoni di amici, compagni di scuola e parenti, dove duecento invitati, già dopo il lambrusco e gli affettati, cominciavano a urlare «bacio, bacio», mentre qualcuno provvedeva ad attaccare vecchi mestoli arrugginiti al parafango posteriore dell’auto. Se non fosse che c’è di mezzo un defunto direi che partecipo più volentieri a una passeggiata tra i cipressi, dove il rumore della ghiaia calpestata e il canto delle cinciallegre assecondano ricordi e riflessioni. Per fortuna oggi prendono piede (per chi può) quelle cerimonie raffinate e un tantino snob, di chi ha preferito delegare tutta l’organizzazione al «wedding service» e alla sua tosta, severa, puntuale e precisa «wedding planner», cui gli sposi hanno dato carta bianca per organizzare l’evento. Visto che questo nuovo tipo di cerimonia risparmia stress a sposi e parenti e pare che, alla fine, faccia addirittura risparmiare, il «wedding service» è ormai una realtà consolidata anche nel nostro paese. Mancava qualcosa però e ci ha pensato Silvia Giudici, istruttrice cinofila, che ha aperto a Milano un centro di «wedding dog service». Spieghiamo di che si tratta.
Visto che gli sposi, pur sollevati dai loro impegni ad opera della «wedding planner» sono comunque un tantino indaffarati, come faranno a preparare e a gestire i loro cani, qualora intendessero non separarsi da loro nel giorno più felice (si spera) della loro vita? Ecco che entra in gioco il «wedding dog service» che vi mette a disposizione personale preparato per far sì che il vostro cucciolone di Terranova (60 Kg di peso) non sparecchi, con la coda, i tavoli dei commensali facendo bonariamente volare calici di champagne sui calzoni immacolati dell’ammiraglio e olive taggiasche nella profonda scollatura della giovane donna, prontamente aiutata dalle mani di uomini generosi nell’offrirsi di recuperarle.
L’attività di «wedding dog service» sta spopolando nei paesi anglosassoni, mentre pare che in Grecia non stia andando altrettanto bene. In Italia, nonostante la cura Monti, si appresta a diventare di moda, soprattutto tra i personaggi dello star system. Per le coppie più vanitose, oltre ai momenti topici della giornata è possibile anche curare lo stile del proprio cane, scegliendo e facendo realizzare accessori glamour, abitini fashion per garantire l’eleganza di un impareggiabile invitato in un giorno così speciale. Il «wedding dog service» comprende, oltre all’incontro prima del matrimonio e la presa in carico del cane durante tutta la durata del ricevimento, anche toelettatura, e realizzazione di un servizio fotografico dedicato (al cane). Il tutto curato da un professionista che garantisce anche una corretta gestione comportamentale durante la cerimonia. Se poi si vuole un servizio davvero completo, il cane andrà a scuola di bon ton per un periodo adeguato, un’auto speciale lo andrà a prendere per portarlo da toelettatore e pedicure subito prima della cerimonia cui parteciperà con fiocchi e abitini speciali, in stile con l’evento e adatti alla stagione.

Il cane però non potrà entrare in chiesa e neanche nella sala del Tricolore di Reggio Emilia dove il compagno sindaco Del Rio ha deciso che i cani rovinano i sacri arredi della patria.
Ci volevano i cani per mettere d’accordo Peppone e Don Camillo.

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