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La Lorenzin prepara lo scherzetto ad Alfano

La titolare della Salute potrebbe lasciare il ministero per andare in Europa

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«E se Beatrice Lorenzin lasciasse il ministero della Salute?». Da giorni i boatos rimbalzano nel Palazzo e trovano perfino qualche sponda nell'Ncd. La diretta interessata non si esprime ma chi la conosce bene giura che «no, non lo farà. Tutte panzane». Eppure una logica c'è: in questo modo potrebbe fare un favore a Renzi, che considera spropositata la rappresentanza ministeriale di Ncd; potrebbe fare un favore anche all'Ncd, contestato dall'alleato udiccino in materia di assegnazione degli europarlamentari; potrebbe fare anche un favore a se stessa visto - ma questo lo dicono i maligni - «andando a Bruxelles avrebbe il seggio blindato per cinque anni. Restando a Roma o sta al ministero o sennò chi la voterebbe più?». Il ministro è irraggiungibile ma chi le ha parlato considera l'ipotesi «irragionevole, anche perché a luglio si apre il semestre europeo e sarebbe come lasciare a metà il lavoro fatto finora sul piano europeo».

La questione che coinvolge il ministro Lorenzin è legata al ricorso presentato da Carlo Casini, eurodeputato uscente e candidato nella circoscrizione centro nelle fila di Ncd-Udc. Casini, che correva con la pettorina dell'Udc, subito dopo le urne e la conseguente assegnazione dei seggi, ha contestato il Viminale. Secondo il ministero dell'Interno gli eletti a Bruxelles per l'Ncd-Udc sono Maurizio Lupi (Nord Ovest), l'udiccino Lorenzo Cesa (Sud), Giovanni La Via (Isole). «No, c'è un errore», ha subito detto Carlo Casini che ha presentato un esposto al ministero che poi ha girato tutto alla Cassazione che si dovrà esprimere sul caso. «Il seggio Ncd-Udc non deve scattare nelle Isole, ma al Centro», sostiene Casini.

La lista ha preso molti più voti lì che non nelle isole e pertanto il seggio non deve andare a La Via ma alla Lorenzin. E qualora quest'ultima scegliesse di rimanere al ministero, automaticamente subentrerebbe Casini, classificato alle spalle della ministra.

Un rebus. La Cassazione dirà la sua entro fine mese ed è già toto sentenza. «Il ricorso verrà respinto anche perché Casini non ha un interesse diretto ma indiretto. Avrebbe una qualche possibilità di essere accolto ma solo se il ricorso l'avesse presentato la Lorenzin e non lui», giura un alfaniano esperto di codicilli. «Il ricorso è sacrosanto a prescindere da chi lo presenta perché l'errore nell'assegnazione del seggio c'è», ribattono gli udiccini.

Al di là della diatriba giuridica c'è il risvolto politico. Se la Cassazione accogliesse il ricorso di Casini la Lorenzin potrebbe vanificare le ambizioni europee dello stesso udiccino ed evitare lo smacco di avere un solo rappresentante all'europarlamento (Lupi o, come probabile, il secondo classificato Massimiliano Salini).

Se scegliesse Bruxelles, poi, il ministro della Salute potrebbe placare le tentazioni di rimpasto di Renzi: Ncd sarebbe ridimensionato a palazzo Chigi, perdendo sì un ministero ma concordando un rimescolamento delle carte e non subendolo.

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