A Torino il presunto campo largo mostra crepe sempre più evidenti. Dopo il caso Askatasuna, l’arresto di Mohammed Hannoun e gli sviluppi dell’inchiesta della Procura di Genova sui finanziamenti ad Hamas riaccendono le tensioni politiche attorno alla maggioranza guidata dal sindaco Stefano Lo Russo, mettendo in difficoltà Alleanza Verdi e Sinistra e alimentando le richieste di una presa di distanza netta.
Le avvisaglie erano emerse già all’indomani dello sgombero del centro sociale Askatasuna. La gestione del patto di collaborazione da parte dell’amministrazione aveva provocato forti tensioni politiche, fino alle critiche pubbliche del capogruppo M5S a Palazzo Civico, Andrea Russi, che aveva parlato di un “fallimento” capace di mettere Torino “in cattiva mostra” e di consegnare “una vittoria politica alla destra”. In quel contesto, non erano mancate richieste di assunzione di responsabilità rivolte direttamente al sindaco.
Nel mirino era finito soprattutto l’assessore alle Politiche sociali Jacopo Rosatelli, esponente di AVS, per la sua partecipazione a un corteo pro Askatasuna insieme alla capogruppo regionale Alice Ravinale e al deputato Marco Grimaldi. Le immagini della guerriglia urbana e delle vetrine spaccate avevano creato un imbarazzo trasversale, non solo nel centrodestra ma anche tra Moderati e +Europa/Radicali.
A complicare ulteriormente il quadro politico torinese sono arrivati gli sviluppi dell’inchiesta della Procura di Genova sui finanziamenti ad Hamas. Dagli atti emergono contatti, telefonate e riferimenti a movimenti di denaro che chiamano in causa l’imam torinese Mohamed Shahin. Pur non risultando formalmente indagato, il suo nome compare in un contesto investigativo legato a terrorismo internazionale e raccolta fondi.
Un quadro che, secondo Forza Italia, non può essere ignorato. “Parliamo di una persona inserita in un contesto investigativo che riguarda terrorismo internazionale, raccolta fondi e flussi verso Gaza. Un quadro che desta un profondo allarme”, dichiarano il senatore Roberto Rosso e il segretario cittadino azzurro Marco Fontana. Da qui l’attacco politico diretto al sindaco. “Alla luce di questi nuovi e gravissimi elementi chiediamo al sindaco Lo Russo di rompere ogni ambiguità e di assumere una distanza politica netta da AVS”, affermano Rosso e Fontana. Per gli esponenti azzurri “non è più tollerabile che continui a far finta di nulla di fronte a una maggioranza infarcita di esponenti che intrattengono rapporti, sostegni o vicinanze con soggetti attenzionati dalle Procure per vicende legate alla radicalizzazione”.
Nel mirino anche la decisione della Corte d’Appello di Torino di rimettere in libertà una persona che ha definito l’attacco terroristico del 7 ottobre un “gesto di resistenza”. “Su questioni di questa gravità – concludono – deve esserci una sola linea possibile: fermezza assoluta e tolleranza zero”.
Nel frattempo, una nota della segreteria provinciale di Rifondazione Comunista di Torino ha espresso solidarietà alla giornalista Angela Lano, militante pro Palestina indagata nell’inchiesta su Hamas. Nel comunicato si definisce “particolarmente allarmante” che elementi dell’indagine derivino da segnalazioni e dossier prodotti da Israele, paventando il rischio di importare nel sistema giudiziario italiano una lettura politica che assimila l’attivismo palestinese al terrorismo.
“Dopo l’arresto di Mohammed Hannoun, la perquisizione in casa di Angela Lano, giornalista di InfoPal. Un altro segnale chiaro.
Un altro atto intimidatorio contro chi racconta, sostiene, dà voce alla Palestina”, si legge ancora nella nota, che conclude rivendicando la difesa “del diritto di organizzarsi, di dissentire, di praticare solidarietà internazionale senza essere criminalizzati”.