«T ornerò in Parlamento molto prima dei sei anni perché la sentenza che ha dato il via a tutto sarà presto dichiarata ingiusta e annullata. L'importante è che questa sentenza sia dichiarata per quello che è: una cosa assolutamente infondata». Berlusconi continua la sua campagna elettorale e, stuzzicato durante un'intervista dall'agenzia di stampa Vista, parla ancora di giustizia. Sebbene sul filo del rasoio, con la spada di Damocle del Tribunale di sorveglianza che lo ha già minacciato di revocare i servizi sociali qualora l'ex premier contestasse i giudici, il Cavaliere non può fare a meno di criticare il verdetto sul caso Mediaset. Verdetto grazie al quale la sinistra lo ha sbattuto fuori dal Parlamento ma, dice Berlusconi, «hanno fatto di tutto per non farmi tornare in campo: prima mi hanno fatto condannare ingiustamente, poi mi hanno fatto decadere dal Senato, poi mi hanno reso incandidabile per sei anni, ma purtroppo per loro io sono una vecchia quercia e sono sempre un combattente per la libertà».
Si parla anche della figlia Marina che da mesi i boatos danno come possibile candidata leader alle prossime politiche. A favore di Marina si segnala l'endorsement della compagna dell'ex premier, Francesca Pascale, intima amica della figlia del Cavaliere: «Ha le stesse doti del padre e vincerebbe le elezioni», giura in un'intervista al Corriere della Sera. Ma il padre continua a dissuadere la presidente Mediaset: «Farà ciò che le sembrerà giusto, io la sconsiglierò sempre» dice Berlusconi. Poi parla del suo lascito politico: «L'eredità che penso di lasciare a chi prenderà il mio posto spero sia un partito dei moderati diventato maggioranza del Paese». E anche il consigliere Toti dice la sua in un'intervista a Maria Latella su SkyTg24: «Sta diventando un tormentone. Sarebbe un ottimo leader ma deve essere lei a scegliere ed è ingiusto tirarla per la giacchetta».
Per Marina c'è tempo. Intanto Berlusconi non si risparmia certo nella campagna elettorale. L'obiettivo è alto: «Già ho detto che per noi il 20% sarebbe un miracolo. Questo 20% è di appena un punto sotto di quando nel 2013 ancora Alfano era con noi. Ora, che parlo in televisione dopo mesi di silenzio, punto al 25%». Grillo fa paura anche se, ribadisce l'ex premier «in lui non vedo nulla se non il fatto che dà sfogo a chi è furioso, furibondo e arrabbiato nei confronti della politica. Ma Grillo al potere è la massima disgrazia che possa capitare al Paese».
Poi ce n'è anche per il premier: «Le riforme che ha dichiarato Renzi di voler fare sono le nostre riforme. È chiaro che siamo all'opposizione ma se propongono qualcosa per il bene del Paese noi ci siamo». La riforma del Senato su tutto. Peccato, però, che il governo abbia steso un provvedimento che proprio non va.
Non fa fatica a riconoscere a Renzi una certa dose di scaltrezza: «È stato capace di conquistare la segreteria del Pd, quindi è abile, ma purtroppo si trova ancora nelle mani della vecchia sinistra e della Cgil».
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