Pronti via e subito arrivano i bastoni tra le ruote. La Banca centrale europea dell'italiano Mario Draghi dice a Renzi, sia pure con una lettera retrodatata, che così non va, che è meglio ridimensionare il libro dei sogni. Altro che meno tasse, dobbiamo pensare ai parametri europei. Ora, capisco che nessuno abbia mai osato non dico criticare ma neppure avanzare un dubbio nei confronti del verbo di questo professorone che ha attraversato tutti i salotti finanziari e bancari nazionali ed europei. E capisco che dire «chi se ne frega di quello che dice Draghi» ci farebbe passare per rozzi ed ignoranti. Però noi lo diciamo lo stesso: basta con l'assecondare questi professori e banchieri che sono stati la causa dei nostri mali. Basta professori, abbiamo dato. Avanti coi piazzisti alla Renzi che coi loro modi fanno inorridire i benpensanti editorialisti del Corriere della Sera (già filo montiani e poi filo lettiani) tutti forma e poca sostanza ma che fanno accendere i sogni della gente e la fiducia del Paese.
Anch'io ho un desiderio che vorrei esaudito. Sogno che Renzi si presenti in tv e con quella sua faccia da schiaffi butti lì un: «Draghi chi?». Già sento l'eco della ola che attraverserebbe l'Italia. Se lo farà sono disposto a dargli anche il mio voto. A un patto. Che al «Draghi chi?» per il popolo non seguisse una patrimoniale per il ceto medio e che rinunciasse a mettere le mani, come pare avvenga, nelle tasche di pensionati benestanti che i contributi li hanno versati davvero. Il premier ieri ha smentito una nuova tassa sui patrimoni, ma vedo già paduli volare a bassa quota. E non vorrei che a breve atterrassero nel solito campo: il nostro. Renzi deve decidere se passare alla cronaca della sinistra o alla storia del Paese. Nel primo caso si accomodi e buona fortuna. Se invece mira al secondo, eviti di presentare il conto a chi a fatica ha incassato il giusto compenso per le sue capacità.
La nostra borghesia imprenditoriale e professionale non è una mucca da mungere all'infinito ma un bene da proteggere e coccolare. È vero che San Francesco ha trasformato la povertà in un dono e di poveri ne ha riscattati tanti. Ma ha potuto farlo perché aveva un padre ricco.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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