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La trattativa, le smentite, i rischi: Salis candidata, così è arrivata la scelta

Le smentite di Fratoianni e Bonelli, le trattative e l'accordo. L'incognita elettorale. Cosa c'è dietro all'annunciata candidatura di Ilaria Salis alle europee con Avs

La trattativa, le smentite, i rischi: Salis candidata, così è arrivata la scelta

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Una smentita è una notizia data due volte. Il vecchio adagio ha colpito ancora: nelle ore in prendevano consistenza i rumors (poi confermati) sulla candidatura di Ilaria Salis con Avs, Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli avevano provato a smentire tutto con una palpabile irrequietezza, confermando così indirettamente che qualcosa stesse in realtà bollendo in pentola. Da manuale la reazione del portavoce di Europa Verde, che stamani in tv aveva persino negato le indiscrezioni su un imminente accordo a Budapest in vista della mossa politica. Come è andata davvero, ora è noto a tutti: nel tardo pomeriggio è arrivato l'annuncio della disponibilità della maestra milanese a entrare in lista proprio con Avs.

Le smentite di Fratoianni e Bonelli

Cosa sia accaduto nei giorni e nelle ore precedenti a questa comunicazione ufficiale lo si può adesso desumere a partire proprio dalle argomentazioni con cui Nicola Fratoianni aveva per primo negato che esistessero piani per candidare l'insegnante antifascista. "Eviterei che su una persona nelle condizioni in cui si trova Ilaria Salis si scatenasse un surreale dibattito mediatico che non l’aiuta certamente", aveva detto il leader di Sinistra Italiana. Ebbene, secondo alcune indiscrezioni giornalistiche i contatti in vista dell'ipotesi elettorale sarebbero iniziati proprio tra il partito di Fratoianni e Roberto Salis, padre della 39enne incarcerata a Budapest. Di qui, la circospezione del deputato affinché i crescenti rumors non disturbassero le trattative in corso. Cosa che invece era avvenuta nelle scorse settimane col Pd.

Le trattative e l'accordo

In quel caso, infatti, Roberto Salis aveva confidato al Foglio il proprio disappunto nei confronti dei dem sulla trapelata notizia di una possibile candidatura di sua figlia. "Bisognava gestirla meglio, senza dubbio. Prima di far uscire un'informazione così serviva che tutti fossero allineati", aveva detto. Stavolta, non a caso, l'atteggiamento tenuto da Avs è stato, all'opposto, improntato proprio a una maggiore riservatezza. C'è poi il tema delle interlocuzioni avvenute tra Roberto Salis, nelle quali quest'ultimo avrebbe comprensibilmente chiesto garanzie sull'opzione politica, intrapresa con un occhio all'altrettanto complicata vicenda giudiziaria di cui Ilaria è protagonista a Budapest.

"Immediata scarcerazione"

Se Ilaria Salis fosse eletta al Parlamento europeo "dovrebbe essere immediatamente scarcerata e sospeso il processo in Ungheria per tutta la durata del mandato", ha spiegato a LaPresse l'avvocato Eugenio Losco, legale italiano della 39enne detenuta a Budapest da febbraio 2023. In particolare, il difensore dell'insegnante ha fatto riferimento al Protocollo 7 sui Privilegi e le immunità dell'Unione Europea. L'articolo 9 del documento prevede che i membri dell'Europarlamento "beneficiano, sul territorio nazionale, delle immunità riconosciute ai membri del Parlamento del loro Stato" e "non possono, sul territorio di ogni altro Stato membro, essere detenuti né essere oggetto di procedimenti giudiziari". Secondo il collegio difensivo di Salis, la norma è retroattiva e valida anche per i fatti avvenuti prima dell'elezione.

Il rischio elettorale

Sempre quanto riportato dal Foglio, Salis potrebbe essere candidata come capolista nella circoscrizione Nord Ovest, la stessa in cui è inclusa Monza, la città in cui è cresciuta. Al netto delle rassicurazioni sinora avanzate da Avs, l'operazione possiede comunque un certo grado di rischio, legato allo sbarramento al 4% che decreta l'ingresso o meno del partito nel Parlamento Europeo. Nel caso specifico, gli ultimi sondaggi danno l'Alleanza Verdi e Sinistra sul filo del rasoio, con una stima che posiziona il movimento fra il 3,7 e il 5%. Una forbice abbastanza ampia che comporta dunque un'incertezza di fondo rispetto all'esito del voto.

L'incognita dell'operazione Salis, in definitiva, sta tutta qui.

Qualora infatti Avs non riuscisse a far eleggere la maestra lombarda, per quest'ultima la candidatura si rivelerebbe un pericoloso boomerang in grado di complicare le cose a Budapest.

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