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Trattativa Stato-mafia: al via il processo a Palermo

Al via il processo sulla trattativa Stato-mafia: dieci imputati nell'aula bunker di Palermo, 178 i testimoni. Convocati come teste anche Napolitano e Piero Grasso

Trattativa Stato-mafia: al via il processo a Palermo

Nell’aula bunker del carcere Pagliarelli di Palermo si apre il processo sulla presunta trattativa tra lo Stato e la mafia. Dieci gli imputati di fronte alla Corte d’Assise: sono accusati di essersi seduti allo stesso tavolo per porre fine alle stragi che tra il 1992 e il 1993 avevano insanguinato l’Italia. Alla sbarra i capimafia Totò Riina, Antonino Cinà, Leoluca Bagarella e Giovanni Brusca; il figlio dell’ex sindaco mafioso di Palermo Massimo Ciancimino, gli ex ufficiali del Ros dei Carabinieri, Antonio Subranni, Mario Mori e Giuseppe De Donno, l’ex senatore del Pdl Marcello Dell’Utri e l’ex ministro dell’Interno Nicola Mancino. Tranne che per l’ex presidente del Senato, accusato di falsa testimonianza, e per Massimo Ciancimino, teste dell’accusa accusato di concorso esterno in associazione mafiosa e calunnia, gli altri imputati sono chiamati a rispondere di violenza o minaccia al corpo politico dello Stato, con l’aggravante d’aver favorito Cosa nostra. Ha scelto il rito abbreviato l’ex ministro democristiano Calogero Mannino. Dal processo è stata stralciata invece la posizione di Bernardo Provenzano, ritenuto incapace di intendere e di seguire coscientemente il processo.

A sostenere l’accusa il procuratore aggiunto Vittorio Teresi e i pm Nino Di Matteo, Roberto Tartaglia e Francesco Del Bene. Tra i 178 testimoni citati dalla Procura, ci sono il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e il presidente del Senato Piero Grasso.

Mancino spera di uscire dal processo

"Ho fiducia e speranza che venga fatta giustizia, ed io esca dal processo", ha detto Nicola Mancino arrivando nell’aula. "Io ho combattuto i criminali, ho combattuto la mafia. Non posso stare insieme alla mafia in un processo". L'ex presidente del Senato ha poi ribadito che il suo legale chiederà lo stralcio della sua posizione. "Che uno per falsa testimonianza debba stare in corte d’assise mi sembra un po' troppo".

Nuova aggravante per l'ex presidente del Senato

C’è una nuova richiesta d’imputazione per Mancino.

Ad annunciare la richiesta è stato il procuratore aggiunto Vittorio Teresi chiedendo la parola al presidente della Corte, Alfredo Montalto, che però ha interrotto Teresi rimandando la richiesta al termine della costituzione delle parti civili.

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