
Gentile Direttore Feltri, Pasquale Tridico, ex presidente dell'Inps ed attivo rappresentante del M5s risulta essere laureato, ma forse per posta, visto come maneggia l'italiano. Il manifesto con il quale sollecita il voto in Calabria, di cui vorrebbe diventare presidente, è un capolavoro: «La destra ha paura perchè sanno che vinceremo noi».
Vorrei lanciare un appello al dottor Tridico, usando la sua grammatica per farmi capire: «Pasquale, tu vorremmo i voti, ma prima vieni da me che ti imparo l’itagliano, vedrai che fossi eletto con tanti voti!».
Gianluigi De Marchi
Caro Gianluigi, ti ringrazio per la tua segnalazione che, in realtà, non fa che confermare un dato lampante: Pasquale Tridico non è un candidato, è un paradosso. E nemmeno troppo comico.
Il manifesto elettorale in cui appare la frase «La destra ha paura perchè sanno che vinceremo noi» grida vendetta non soltanto contro la grammatica, ma anche contro il buonsenso. Ora, che un candidato alla presidenza di una Regione importante come la Calabria inciampi così platealmente nella sintassi italiana non è un dettaglio. È lo specchio di un’impreparazione più profonda, più grave, più pericolosa.
Tridico non è nuovo alle gaffe. Anzi, le gaffe le ha trasformate in metodo. Da presidente dell’INPS ha inanellato una serie di figuracce, ritardi, errori gestionali e uscite pubbliche che lo pongono in cima alla classifica dei peggiori dirigenti della pubblica amministrazione degli ultimi decenni. È passato alla storia per aver insultato le piccole e medie imprese italiane durante la pandemia — quelle stesse imprese che, nonostante tutto, tengono in piedi l’economia del Paese — affermando che «non lavoravano per mancanza di voglia». Affermazione infame, fuori luogo, pronunciata proprio mentre tanti imprenditori si toglievano la vita per il fallimento delle loro attività, ostacolati più dal governo Conte (di cui Tridico era il braccio operativo) che dal virus stesso.
Eppure Tridico non si è fermato lì: ritardi nei bonus Covid, nella cassa integrazione, nei pagamenti delle pensioni, milioni sperperati per modernizzare un sito che è rimasto un incubo per i cittadini. E per tutto ciò, pensate un po’, si è anche fatto aumentare lo stipendio. Alla faccia dell’efficienza. Adesso costui si propone alla Calabria. A quale titolo, verrebbe da chiedersi. Da uomo del riscatto? Ma se ha fallito alla guida dell’ente nazionale più strategico per la tenuta sociale. Da esperto di welfare? Ma se ha sostenuto e difeso il Reddito di Cittadinanza anche dopo che le cronache lo demolivano ogni giorno, tra scandali, furbetti e assenza totale di reinserimento lavorativo. Da innovatore? Ma se ogni sua promessa digitale si è tradotta in un pasticcio.
No, caro Tridico. Tu non sei l’uomo giusto per la Calabria. E non solo per «La destra ha paura perchè sanno che vinceremo noi», ma perché la Calabria ha bisogno di altro: di competenza, pragmatismo, concretezza. E Tridico incarna esattamente il contrario.
Mi permetta allora di dirlo chiaramente: ho fiducia nei calabresi. Non si fanno comprare da uno slogan, peraltro sgrammaticato, né vendere per una promessa, già fallita.
I calabresi non dimenticano chi ha occupato poltrone e deluso speranze. Hanno memoria lunga, molto più lunga di quella che servirebbe per ricordare tutte le gaffe di Tridico. E soprattutto hanno dignità. E chi ha dignità, non vota l’incapacità.