Cronache

"Tutto a 1 euro", il low cost oggi ti fa spendere di più

Boom di negozi che offrono prodotti superflui Prezzi bassi. Ma se si esagera, sono guai...

"Tutto a 1 euro", il low cost oggi ti fa spendere di più

Sì, l'ho comprato. Il «kit per minigolf da scrivania» mi è parso subito imperdibile. Così, ammaliato dal prezzo low cost, l'ho fatto mio. Per scoprire, un attimo dopo, che quel divertissement non mi avrebbe mai divertito. E infatti, ancora sigillato, l'ho regalato a un pezzo grosso del Giornale. Ma, non pago del pacco appena riciclato, qualche giorno dopo mi sono imbattuto nel «kit per minigolf da wc» consistente in una mini-mazza, in una pallina e in un tappetino verde (con buco incorporato) che - secondo gli ideatori della cretinata - dovrebbero essere usati mentre sei seduto proprio lì (sul vaso del bagno) mentre ti sforzi per fare proprio quella cosa lì. In tale posizione strategica (solo vagamente golfistica) dovresti prendere la mini-mazza, colpire la pallina e fare centro. Uno sport unico al mondo che - soprattutto nella variante wc - dà ragione a quel tale secondo cui «per giocare bene a golf non è indispensabile essere imbecilli, ma aiuta...». Nel caso del kit «per minigolf da wc» non me la sono sentita di donarlo di donarlo nuovamente allo stesso pezzo grosso del Giornale, e così la scatola con tutto quel ben di dio continua a fare brutta mostra di sé nella toilette di casa, esattamente tra il bidet e la lavatrice. Con la conseguenza che mia moglie, ogni volta che fa il bucato, chiede: «Cos'è sto “kit per il minigolf da wc“?». E io: «No, niente, è un pensierino per il compleanno del bimbo di una mia collega...». La verità, invece, è che dinanzi al proliferare dei negozi che vendono cose inutili a prezzi apparentemente bassi, a tornare bambini siamo noi adulti. Dinanzi alla scritta «Tutto a un euro!», andiamo fuori di testa: ci fiondiamo nel negozio e acquistiamo - per l'appunto - fionde per aeroplanini di carta; mollette schiaccia-zanzare con due mani di plastica che fanno schiaff; mucche che gli schiacci la mammella e fanno muuuu; tori che gli schiacci il «coso» e dice Ti amooo (pare che le signorine ne vadano pazze ndr); rotoli di carta igienica con il doppio velo col disegno del dollaro (americani, tiè). E poi nani da giardino, gnomi da camera da letto, pigmei da salotto e mille altre statue rigorosamente mai all'altezza della situazione.

In ufficio si vedono arrivare seri professionisti con buste piene di lampioncini a energie solare, timer da cucina a forma di pecora (all'ora fissata ti avverte facendo beeee), occhialoni da party, parrucche fucsia e bicchieri che riempiti d'acqua svelano una pin up in giarrettiere. Se poi la scritta davanti al negozio è «Tutto a 50 centesimi!», allora si rischia il parossismo: a quel punto ci si arma di carrello e vai col lisci. Personalmente ho acquistato un numero industriale di «merdolini» (nome di chiara connotazione scatologica, che identifica quegli scopini posti abitualmente a fianco del gabinetto e usati - ma gli sporcaccioni dimenticano sempre di farlo - dopo aver tirato lo sciacquone). La gamma relativa a questo delicato articolo di civiltà igienica è pressoché infinita: ce ne sono con il manico ripieno di pescetti galleggianti, di fiori di campo, di cuoricini, di stelline per «scaricamenti» sempre all'insegna del buon umore. A questa vera e propria frenesia di acquisti superflui (che gli scienziati hanno tecnicamente battezzato «Sindrome dello shopping cazzone») non manca però qualche trascurabile controindicazione. Prima fra tutte, la seguente: al termine del tour compulsivo tra i mille articoli a prezzo low cost, si spende comunque una cifra considerevolissima. Pari - ha calcolato un'équipe di esperti economisti affiliati al club Bilderberg - almeno al costo di un diamante: oggetto che, notoriamente, «è per sempre».

Mica come il «merdolino», il cui manico si spezza ogni volta che lo usi un po' troppo violentemente.

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