Il fango si paga: chiesti 10 milioni a Santoro

Il porno gossip di Servizio pubblico fa infuriare tutti. La Pascale pronta alla maxi querela: "Diffamati, farò beneficenza"

Michele Santoro intervista Michelle Bonev a "Servizio pubblico"
Michele Santoro intervista Michelle Bonev a "Servizio pubblico"

Roma - Un venerdì nero per Michele Santoro dopo il giovedì dello squallore. Una richiesta di super-risarcimento annunciata da Francesca Pascale per le dichiarazioni rese da Michelle Bonev a Servizio Pubblico, l'attacco da parte del Pdl ma soprattutto la rivolta del suo pubblico disgustato da quella che molti hanno definito la peggiore puntata di Santoro dai tempi di Samarcanda. Al punto che nelle ultime ore tra le tendenze maggiori di Twitter c'è l'hashtag #disserviziopubblico. E poco importa che gli ascolti abbiano premiato con il 12,81 per cento di share medio e 2.748.537 spettatori la tv bordello del giornalista campano.
Ma partiamo da Francesca Pascale, la fidanzata di Silvio Berlusconi, tirata in ballo pesantemente dalla Bonev, secondo cui sarebbe, oltre che gelosa e autoritaria nei confronti del Cav, anche lesbica. Circostanza della quale la bulgara tuttofare d'insuccesso avrebbe una testimonianza diretta essendo le due niente di meno che andate a letto insieme. Gossip al napalm che rischia di costare caro alla Bonev, a Santoro e a Urbano Cairo, editore di La7. La Pascale avrebbe infatti intenzione di chiedere 10 milioni di euro da devolvere alle case-famiglia della provincia di Napoli, ciò che costituirebbe un finale fin troppo nobile per una storia ignobile. La Bonev da parte nega di aver ricevuto una querela e si dice disposta a ripetere tutto davanti ai magistrati.
Santoro ha contro quasi tutti. Durissimo il segretario nazionale dell'ordine dei giornalisti Paolo Pirovano: «Guardando la puntata di Servizio Pubblico ho capito che per Santoro esistono donne di serie A e di serie B. Probabilmente secondo lui e secondo coloro i quali amano spiare dal buco della serratura i diritti da tutelare per quanto riguarda i dati sensibili valgono solo per le sue amiche». Pirovano ha preannunciato un'informativa all'ordine regionale competente. Naturalmente il Pdl è carico di rabbia per il triste spettacolo catodico di giovedì. Impossibile un resoconto puntuale di tutte le critiche all'uso che Santoro ha fatto di storie di letti veri o presunti. Ne scegliamo tre. Daniela Santanchè: «Squallido Santoro, classico uomo “utilizzatore finale”. Andrebbe indagato per sfruttamento della prostituzione». Maurizio Gasparri: «Ormai Santoro è uscito dal giornalismo per confermarsi il rigattiere della vergogna». Fabrizio Cicchitto: «Santoro ha offerto il peggio di se stesso su di terreno deteriore e qualunquista. Per onestà intellettuale gli consigliamo di cambiare nome al programma. Non più Servizio Pubblico».
Consiglio subito seguito dal sulfureo mondo della Rete, che ha mostrato sin da giovedì sera di non gradire la tv-garçonnière spacciato per grande giornalismo. Questi alcuni commenti con l'hashtag #disserviziopubblico: «#Santoro non cambierà il nome della sua trasmissione in #disserviziopubblico. Opterà per Pomeriggio 5», l'ironia tagliente di Pamela Ferrara. «Cioè, chiudono #radiobelva e lasciano aperto #disserviziopubblico? Aridatece i due zozzoni», il cruccio di Ale Polli.

«Il punto più basso di #Serviziopubblico», costata Adil. «Labbra finte, naso finto e zigomi finti. Perché dovrebbe dire cose vere?», maligna Alessandra Gagliardi sulla Bonev. Umori simili in #disserviziopubblico. Così Santoro finisce nella Rete.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica