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La Uefa a gamba tesa sui razzisti nel calcio: «Chiudiamo gli stadi»

La Uefa a gamba tesa sui razzisti nel calcio: «Chiudiamo gli stadi»

Pugno duro dell'Uefa contro il razzismo per dare uno stop definitivo al fenomeno negli stadi. In linea con il concetto di «tolleranza zero» caro al presidente Platini (ed emerso dalla risoluzione adottata dal Consiglio Strategico per il Calcio Professionistico il 27 marzo scorso a Sofia), il comitato esecutivo riunito a Londra ha approvato le sanzioni contro chi, pubblico o tesserati che siano, si renda protagonista di azioni di stampo razzista: chiusura parziale dello stadio come prima sanzione, poi chiusura totale insieme a un'ammenda di 50mila euro. E una squalifica minima di dieci turni a giocatori o dirigenti colpevoli di razzismo. «Stiamo inviando un messaggio molto chiaro - ha detto ieri il segretario generale dell'Uefa Gianni Infantino -. Questi comportamenti non possono essere tollerati, in nessuna forma». Le nuove misure anti-discriminazione razziale entreranno in vigore dal prossimo 1° giugno per tutte le partite organizzate dall'Uefa. Ma già oggi, nel congresso delle 53 federazioni nazionali in programma a Londra, l'esecutivo proporrà che tutti i paesi adottino lo stesso regolamento per i campionati nazionali. E il presidente della nostra Federcalcio Giancarlo Abete, uno dei vice di Platini, ha già fatto sapere che il nuovo codice di giustizia sportiva italiano, che verrà varato a metà giugno, recepirà queste norme.
«L'Italia non è un paese razzista, semmai ci sono persone stupide che fanno politica e nazionalismo negli stadi», così Platini dopo l'ultimo grave episodio nei confronti dei giocatori di colore del Milan nel match contro la Roma: l'arbitro Rocchi sospese la partita per qualche minuto («ha operato con buon senso, è stato bravissimo», commentò allora il presidente dell'Uefa), poi il giudice sportivo ha deciso la chiusura di un turno della curva Sud giallorossa.
Una sanzione già comminata nei nostri stadi, vedi la chiusura del settore dei tifosi interisti di San Siro nel 2007 per striscioni contro i napoletani o quella della curva Scirea della Juventus nel vecchio «Delle Alpi» nel 2010 dopo i cori razzisti verso Balotelli o ancora le porte chiuse inflitte alla Lazio per due turni in Europa per il razzismo dei propri supporter.
Sull'argomento razzismo, anche la Fifa sta per approvare le sue regole generali (lo farà il prossimo 30 maggio nel congresso alle Mauritius) che nasceranno dalle proposte della task force approntata dal numero 1 del calcio mondiale Sepp Blatter. La lotta si articola su tre punti principali: il primo è la presenza di un commissario specifico nello stadio incaricato di individuare potenziali atti di discriminazione e di facilitare la raccolta di prove; il secondo riguarda le sanzioni da dividere in due livelli con una prima infrazione di grado lieve punita con ammonizione, multa o gara da disputarsi a porte chiuse e, in caso di recidiva o di incidenti giudicati gravi, saranno previste deduzioni di punti, esclusione dalla competizione o retrocessione; il terzo chiede che club e federazioni nazionali presentino un piano di azione per combattere il razzismo.
La proposta delle penalizzazioni in classifica va in netto contrasto con la linea Uefa, alla quale si rifanno le federazioni europee.

Il rischio è il calcio venga consegnato nelle mani dei violenti, le società sarebbero facilmente ricattabili e si tornerebbe a un passato oscuro, anche se in Italia, secondo il Viminale, ci sono ancora club in rapporti proibiti con gente non proprio raccomandabile.

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