Usa il sarcasmo Pierluigi Bersani, a Otto e mezzo (La7), parlando della polemica tra la premier e l'università di Bologna, dopo che il Dipartimento di Filosofia ha negato la richiesta di avviare un corso di laurea in filosofia per i giovani ufficiali dell’esercito. "Atto incomprensibile e gravemente sbagliato", ha detto la presidente del Consiglio.
Nel rispondere alla domanda di Lilli Gruber il segretario del Pd rilancia la polemica e se la prende, manco a dirlo, con la premier: "Meloni non dovrebbe permettersi, va a toccare un tasto... la prima università europea, la più antica. Cerchiamo di stare attenti a ciò che si dice". E aggiunge: "Sarà padrona l'università di Bologna di fare due conti e di dire 'non è sostenibile, non posso'?". E insiste: Stiano attenti, non tocchino quei tasti ideologici lì. Dove gli sembra che ci siano i rossi, che siano lo sciopero dei lavoratori, le toghe rosse, o i consultori... fatevi curare da uno buono, dovete pensare al Paese, non potete smontare i centri anti violenza, va bene? Qui c'è una faziosità in giro che fa paura".
Prosegue, più avanti, con una esortazione provocatoria. "Perché non dà un'occhiata all'università di Palermo - dice Bersani rivolgendosi alla Meloni - che l'altro giorno ha concesso crediti formativi agli studenti che seguissero un dibattito fra Carlo Calenda e l'onorevole Varchi di Fratelli d'Italia. Sarà meglio che dia un'occhiata lì, no?". La Gruber si mostra subito soddisfatta della risposta ricevuta e annuisce.
Il dibattito si posta poi sull'Ucraina.
"L'Europa ha dei torti - argomenta Bersani - perché ha detto per un bel po' 'vincere vincere', mentre ora dice che 'bisogna negoziare'. Forse qualche commissario dovrebbe chiudere la bocca (e fa il nome della Kallas, responsabile politica estera dell'Ue, ndr)". Poi aggiunge: "Ma se l'Europa ha dei torti non vuol dire che Putin ha ragione".