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Università ostaggio dei collettivi: ora chiedono la cacciata di un prof per un nome su un libro

Il volantino contro Fabio Massimo Frattale Mascioli circola tra gli antagonisti che chiedono l'epurazione del docente che non ha mai espresso opinioni politiche pubbliche

Il volantino che circola tra gli antagonisti
Il volantino che circola tra gli antagonisti
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Fabio Massimo Frattale Mascioli non è un nome noto al grande pubblico: è professore ordinario di Teoria dei Circuiti - Elettrotecnica" presso l'Università degli Studi di Roma "La Sapienza", dove lavora dal 1996, e dal 2007 è il Responsabile Scientifico del Pomos (Polo per la Mobilità Sostenibile) della Regione Lazio e dell'Università Sapienza. Il suo curriculum è di tutto rispetto, è un'autorità nel campo dell'ingegneria elettrica applicata alla sostenibilità e alla mobilità avanzata in Italia ma in questi giorni è finito nel mirino dei collettivi rossi perché nell'ultimo libro di Paolo Berizzi, che tramite una "gola profonda" ha ricostruito i movimenti economici di Casapound, ci sarebbe anche lui.

Antifà Sapienza
Il volantino che circola tra gli antagonisti

Tanto è bastato agli antifà coi forconi per chiedere metaforicamente la testa del professore, del quale non risultano esternazioni politiche pubbliche e del quale non risultano interventi politici in tal senso durante le lezioni. Al contrario, pare che sia uno dei docenti più apprezzati del dipartimento di Ingegneria dell'informazione. Eppure, un nome su un libro è bastato a scatenare una rinnovata "caccia alle streghe" nei confronti di Frattale Mascioli. "Ci chiediamo come la rettrice e la facoltà possano tollerare una presenza di questo tipo a insegnare nelle aule della nostra università. La sua è una partecipazione attiva a un gruppo fascista, basato su idee razziste e xenofobe", scrive il collettivo, il cui manifesto ora sta rimbalzando nelle chat "segrete" della sinistra giovanile radicale.

Per avvalorare la propria tesi, e tentare di insinuare un dubbio di delegittimazione nei confronti del professore, indicato "tipo" con spregio, viene millantato "un aumento degli agguati di matrice fascista e squadrista sia a livello cittadino che nazionale. Dalle più recenti provocazioni al liceo Einstein di Torino alle ripetute e fallite incursioni durante le occupazioni dei licei Righi e Aristofane di Roma". Tutti eventi già ampiamente derubricati e smentiti.

"Come studenti antifascisti ribadiamo la nostra idea di università che non sia complice di un genocidio o di un gruppo di fascisti. Non permetteremo che queste idee trovino spazio dentro il nostro ateneo, tenendo corsi a noi studenti", concludono dal collettivo al grido di "fuori i fascisti dai luoghi del sapere".

Sembra di essere tornati alle liste di proscrizione, ad accuse gravi allo scopo di delegittimare professionisti, chiedendone l'esclusione dal posto di lavoro. Un'eco lontana che si fa sempre più vicina, che viene alimentata da un clima teso nel Paese, dove per qualche consenso in più si coccolano le frange più estreme.

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