La valanga delle cento tasse travolge famiglie e imprese

RomaAddizionali, imposte, ritenute, tributi. Bolli, diritti, cedolari, concessioni. Canoni, maggiorazioni, sovraimposte, sostitutive. È la carica delle cento tasse che travolge ogni anno gli italiani. Le ha contate la Cgia di Mestre, e nel catalogo c'è di tutto: dalla sovraimposta di confine sulla birra all'imposta sulle patenti, dal contributo al sistema sanitario nazionale sui premi RC auto al tributo provinciale per la tutela ambientale, dall'addizionale comunale sui diritti d'imbarco di passeggeri sulle aeromobili ai proventi dei casinò. Un ginepraio che nel 2013 costerà a ogni italiano, dall'ignaro neonato all'ultracenterario - 11.800 euro. E altri 500-700 potrebbero arrivare da una nuova aliquota Iva al 7 per cento nella quale convergerebbero i beni attualmente al 4 e al 10 per cento. Un salasso che non garantisce servizi pubblici all'altezza, come sa bene chi sceglie il costoso ma efficiente privato quando deve prenotare una Tac o fare arrivare in fretta un plico in un'altra città.
Naturalmente le cento tasse non sono tutte ugualmente temibili. Tra esse ci sono imposte quasi folcloristiche (l'imposta regionale sulle emissioni sonore degli aeromobili, su cui comunque chi abita a Ciampino ha poca voglia di scherzare) e uno zoccolo duro di dieci tributi che da soli ci fanno piangere più amare lacrime che tutti gli altri 90 messi insieme. La top ten delle supertasse ci succhia 413,3 miliardi di euro, l'87,5 per cento dell'intero montepremi di 472,1 che finisce all'erario. Si tratta naturalmente dell'Irpef (34,7 per cento del totale), dell'Iva (19,7), dell'Irap (l'imposta regionale sulle attività produttive, 7,0), dell'Ires (l'imposta sul reddito delle società, 7,0), dell'imposta sugli olî minerali e derivati (6,0), dell'Imu (5,0), dell'imposta sui tabacchi (2,4), dell'addizionale regionale sull'Irepf (2,3), delle ritenute sugli interessi e su altri redditi da capitale (1,9) e delle imposte sul lotto e le lotterie (1,5).
Naturalmente la giungla fiscale non è roba di oggi. A metà degli anni Ottanta un giovane professore, Giulio Tremonti, dette alle stampe con il collega Giuseppe Vitaletti il libro Le cento tasse degli italiani. Il censimento dei balzelli è ugualmente lungo.

Quello che è cambiato semmai in quasi trent'anni è la pressione tributaria complessiva, fotografata dal rapporto tra imposte, tasse e tributi e il Pil, passata dal 21,3 per cento del 1986 al 30,3 stimato per il 2013. Nove punti in più che corrispondono a 140 miliardi di euro di tasse in più, poco meno di 2.500 euro pro capite. Cento tasse, e molto più cattive.

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