Della Valle prova a prendersi La7

Mr. Tod's chiede tempo per fare una cordata. Domani il cda decide. Con il rischio che Clessidra e Cairo si ritirino

Della Valle prova a prendersi La7

Arriva a tempo scaduto l'«interesse» di Diego Della Valle per La7. Una lettera indirizzata al consiglio di Telecom, che controlla TiMedia (società editrice di La7), chiede di riaprire la «dataroom», cioè i termini per guardare carte e numeri e formulare un'offerta vincolante «in tempi brevi». Con la Bnl presieduta dall'amico Luigi Abete come banca d'affari e lo studio Nobili come advisor legale. Il cda di Telecom è già convocato per domani: sarà quella la sede in cui i consiglieri si esprimeranno: chiudere la partita vendendo a uno dei 2 contendenti in pista da mesi (al fondo Clessidra o a Urbano Cairo) e che hanno fatto la loro offerta entro il termine di venerdì scorso; ovvero fermare tutto, dare a Della Valle un po' di tempo e tornare in cda tra febbraio e marzo. Il colpo di scena (annunciato) si presta a varie letture: una manovra per rimandare la cessione? O una seria opportunità per un'operazione che conviene a Telecom e al Paese? Di certo c'è il disappunto di Clessidra e Cairo. E pure il rischio, per Telecom, di restare col cerino in mano: le 2 offerte scadono alle 24 di martedì. Ai grandi soci (Mediobanca, Generali e Intesa) la responsabilità di decidere.

L'operazione Della Valle, dal lato industriale, è semplice: il patron della Tod's è interessato solo a La7 (come Cairo) e non al pacchetto che comprende anche i tre multiplex, cioè tutti i canali digitali di cui TiMedia ha la concessione (come Clessidra). Tuttavia, se per rendere l'offerta vincente sarà opportuno estenderla anche ai mux, Della Valle è pronto. Il suo obiettivo è quello di far funzionare La7, che nel 2012 - secondo i numeri all'esame degli offerenti - ha perso ben 110 milioni, attraverso un vigoroso «turnaround». Ma nel caso di un'offerta completa farebbe rientrare in gioco i concorrenti: rivendendo a Clessidra i mux e lasciando a Cairo la raccolta pubblicitaria. Un piano che svela anche la valenza politica dell'operazione: avere una voce televisiva generalista indipendente e non sospettata di legami con le attuali filiere di potere mediatico: non certo la Rai, non il mondo Mediaset e tanto meno quello finanziario che si può accostare al gruppo Rcs, di cui Della Valle è sì grande azionista, ma fuori dal patto di sindacato che controlla il Corriere.

Anche se, per questa partita, Della Valle è tornato a dialogare con Mediobanca e con il suo ad Alberto Nagel dopo la litigata sul riassetto di Rcs: i due si sono parlati e Mediobanca (che è anche advisor) risulta favorevole a riaprire la dataroom. Mentre la mossa di Della Valle pare meno gradita al presidente di Intesa Gianni Bazoli, a lungo preso di mira da mr Tod's come esempio di un capitalismo che non vuole rinnovarsi. Non a caso, scrive Della Valle in una nota, l'idea «è quella di riunire poi nell'azionariato un gruppo di persone che vogliano bene al nostro Paese e che abbiano voglia di sostenere uno strumento di informazione importante, garantendone la totale autonomia, e di coinvolgere anche professionisti che lavorano attualmente a La7». Si è parlato di Enrico Mentana (di cui Della Valle è grande amico) e di Michele Santoro.

Mentre tra i compagni di cordata, Della Valle avrebbe confidato di pensare a personaggi quali Oscar Farinetti (Eataly), Vincenzo Manes (Kme), Nerio Alessandri (Technogym): imprenditori di successo che condividano anche l'«impegno civile» dell'operazione, come scrive ancora Della Valle.
Twitter: @emmezak

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