Vendola accarezza Prodi e blandisce Grillo: "Se son rose fioriranno"

Vendola trova "intollerabile l'esclusione di Prodi dai nomi in corsa per il Quirinale". E per l’elezione del capo dello Stato auspica il "metodo Boldrini"

Vendola accarezza Prodi e blandisce Grillo: "Se son rose fioriranno"

Vendola alza la voce: il veto del Pdl su Prodi al Quirinale è intollerabile. "Non vorrei mettere in imbarazzo Prodi - dice il leader di Sel a In 1/2 ora su Rai3 -. Non ha bisogno di avvocati difensori perché è un nome autorevole anche a livello internazionale". E insiste sul discorso Colle, che tra pochi giorni entrerà nel vivo del dibattito politico: "Indicare un candidato può significare bruciarlo", soprattutto da parte di un partito piccolo, ma "trovo intollerabile che si possa pensare l’esclusione di Romano Prodi".

Sul nodo Quirinale secondo Vendola si può seguire il "metodo Boldrini", quello con cui si è arrivati all’elezione della presidente della Camera e del presidente del Senato. "Invece di esorcizzare il terremoto", dopo le elezioni "io ho detto a Bersani, rompiamo il tabù. Nel M5S c’è un deposito di energie fresche indispensabili per dare una prospettiva al Paese. Nel governissimo, nell’inciucio c’è la puzza della vecchia politica" e allora "credo che dobbiamo
incamminarci su quella strada"
. E per cercare di individuare la persona adatta per la carica più alta dello Stato osserva: "Non credo che il Presidente della Repubblica debba essere il garante delle nomenclature e delle lobby, e di quel pezzo di classe dirigente che chiede impunità", ma il garante della speranza di "cambiamento".

Quanto ai rapporti con il Pd, Vendola ha le idee chiare: "Non auspico la scissione del Pd, per cui la parte più di sinistra trova un punto di equilibrio con Sel e fa un partito della sinistra". E spiega anche il perché: "Tutte le culture politiche sono chiamate a misurarsi con un mondo nuovo". Quando Lucia Annunziata gli chiede se sia possibile un’alleanza con Fabrizio Barca, ministro del Governo Monti e autore di un nuovo manifesto politico per il Pd, Vendola risponde così: "Certo, siamo collocati nella stessa ricerca".

Inevitabile un passaggio su Matteo Renzi: "Ha lo spirito dell’innovatore ma non c’è una novità rivelata dell’innovazione. Facciamolo insieme questo cammino, senza reciproci anatemi, confrontiamoci con il ciclo liberista. Confrontiamoci non sulle nostre biografie o sulle nostre età, ma con il mondo nuovo".

Altrettanto inevitabile una bordata su Berlusconi: "Pensa che la cultura media dell’italiano sia scadente e si forma verso il circuito della tv commerciale, che la comunicazione politica debba essere la pancera elastica che aderisce al basso ventre". Il presidente della Puglia replica così alle battute di Berlusconi sul suo modo di esprimersi: "Io penso che la politica deve essere educazione e costruire un principio di incivilimento, bisogna imparare la complessità per dominarla".

Vendola non lo dice chiaramente ma fa capire di auspicare un accordo con Grillo (o con una parte dei parlamentari a cinque stelle). "Se son rose fioriranno", dice all'Annunziata circa una possibile intesa tra centrosinistra e M5S sul voto per il Quirinale.

Poi, commentando le "Quirinarie" (la scelta online dei grillini per il candidato al Colle, ndr), il leader di Sel dice che occorre rispettare "le modalità talvolta confuse e contraddittorie, naif e anche molto rischiose, di chi prova a rompere la barriera che separa i cittadini dalla politica, dicendo no a un Presidente della Repubblica che esce da un laboratorio di specialisti e sì a chi cerca una soluzione alla luce del sole". Insomma, a Vendola l'operazione del M5S è piaciuta. Il fidanzamento, per lui, s'ha da fare...

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