«Ho dato via mia figlia perché non avevamo da mangiare». Lo ha confessato tra le lacrime Sasha Ruseva, bulgara di 35 anni, fermata ieri dalla polizia a Gourkovo insieme al marito Atanas Rusev.
Sarebbero loro, secondo l'edizione online del quotidiano greco Kathimerini che riprende anche fonti giornalistiche bulgare, i genitori della bimba bionda dagli occhi verdi, trovata il 16 ottobre scorso nell'accampamento rom di Larissa, in Grecia. Del resto le forze dell'ordine avevano capito subito che i due zingari, scoperti in compagnia della piccola e arrestati subito dopo per rapimento, non erano i suoi genitori naturali. E gli esami del Dna lo avevano confermato. Ma nessuno avrebbe scommesso che il caso sarebbe stato risolto così rapidamente, anche se la polizia di Gourkovo fa sapere di non aver ancora chiuso le indagini, posto che solo un test del Dna potrà confermare che è la vera madre.
Resta da capire, inoltre, se i due bulgari, che hanno altri dieci figli di cui cinque albini proprio come Maria, abbiano abbandonato la bimba per necessità o l'abbiano venduta per 250 euro, come avrebbe confessato la stessa Sasha Ruseva a una vicina di casa. Proprio su questo punto si incentrano gli accertamenti delle forze dell'ordine che non escludono, anzi sospettano fortemente, un inquietante traffico di bambini tra la Grecia e la Bulgaria.
Ieri, infatti, è saltato alle cronache un altro caso inquietante. Nell'isola di Lesbo una coppia rom di 20 anni è finita in manette perché accusata di aver rapito un neonato di due mesi e una terza persona è stata fermata, sempre in relazione allo stesso episodio. Ad allertare la polizia era stato un impiegato dell'anagrafe, che si era insospettito perché gli era stata presentata un'autocertificazione per la nascita del neonato invece che una dichiarazione dell'ospedale, richiesta per legge. E nelle prossime ore si attendono ulteriori sviluppi.
Nei giorni scorsi anche la Corte Suprema aveva chiesto massima allerta negli uffici dell'anagrafe di tutta la Grecia, proprio per contrastare e scongiurare questo traffico di esseri umani con la Bulgaria. Quattro impiegati, poi, erano stati sospesi in via cautelativa, in relazione al fascicolo di Maria, ed erano stati trasferiti ad altri incarichi per ordine del sindaco di Atene, Giorgos Kaminis.
La storia della piccola, invece, ora emerge in tutti i particolari. La bimba ha quasi cinque anni e non sei, come si era ipotizzato, ed è nata il 31 gennaio 2009 a Lamia in Grecia, dove Sasha Ruseva, originaria della città bulgara di Burgas, si trovava in quel momento con il marito. Tra il 2008 e il 2010, infatti, la coppia non viveva nel paese d'origine. I due rom greci che hanno cresciuto la bambina e con i quali è stata trovata a Farsala hanno ripetuto che era stata la stessa madre ad affidarla volontariamente a loro, perché non poteva prendersi cura di lei. Un'ipotesi che ieri la donna ha ribadito. «Abbiamo lasciato la piccola Maria in Grecia perché non avevamo da mangiare, non avevamo lavoro e non potevamo curarci anche di lei - ha spiegato la Ruseva agli agenti che l'hanno interrogata -. L'abbiamo regalata, senza prendere un soldo».
Un figlio ha anche raccontato che la madre vedendo la foto della sorellina in tv l'ha riconosciuta ed è scoppiata a piangere.
Ma le lacrime convincono poco e la polizia continua le indagini a 360 gradi, perché se venisse confermato che la donna ha ottenuto denaro in cambio, si materializzerebbe ancora di più lo spettro della compravendita di bambini tra Grecia e i paesi vicini.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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