Veneto, ecco perché la Lega non morirà

Aldo Cazzullo, nel suo ultimo libro L’Italia s’è ridesta, si ferma in Veneto. E qui scopre che la questione settentrionale è lì, intatta. Ecco il motivo per cui la Lega, nonostante tutto, non morirà

Veneto, ecco perché la Lega non morirà

La provincia padana chiede di contare di più, ma non ha ancora ottenuto nulla. Aldo Cazzullo nel suo viaggio in Italia, L’Italia s’è ridesta, appena pubblicato da Mondadori, arriva anche in Veneto. E il Veneto gli appare come una terra che ha dato molto al Paese, ma ha avuto poco. Poco o nulla. “Ecco perché la Lega -. scrive il giornalista, grande firma del Corriere della sera - nonostante la figuraccia che ha fatto a causa dei famigli e dei familiari di Bossi, non è morta e non morirà. Perché la questione settentrionale resta lì, intatta. Perché la provincia padana, il luogo dove si crea il reddito, dove si innova la tecnologia, dove si fa l’export italiano, chiede di contare di più, e non ha ancora ottenuto nulla”.

Per Cazzullo Umberto Bossi ha “usato per anni un linguaggio orribile, ha offeso in modo imperdonabile prima gli italiani del Sud poi gli extracomunitari, ha soffiato sul fuoco delle divisioni di un paese giovane, ha denigrato simboli che per generazioni di italiani di italiani valevano la vita.

Ma un merito gli va riconosciuto: Bossi ha sentito per primo il grido che saliva da un Nord stanco di una burocrazia asfissiante,di un fisco opprimente, di uno Stato vissuto come distante e nemico, del centralismo romano e dell’egemonia culturale mediterranea”.

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