da Roma
Fascista quello sì, nemmeno lui lo ha mai negato. Andreottiano pure: per provarlo è sufficiente sfogliare il nutrito album fotografico. Amico di imprenditori di sinistra come Caracciolo e De Benedetti, anche: basta ricordare la trattativa per il lodo Mondadori. Ma alle tante anime politiche di Giuseppe Ciarrapico, ecco che Silvio Berlusconi ora ne aggiunge unaltra. «Si potrebbe dire che sia un transfuga del Pd. Voglio infatti rammentare che lui è stato invitato con tutti gli onori da Goffredo Bettini allassemblea costituente del Partito democratico».
Adesso che è candidato del Pdl, tutti lo schifano. Ma prima, fino a poco tempo fa, alleditore ciociaro nessuno chiudeva la porta in faccia. A cominciare proprio dal braccio destro di Walter Veltroni. «Ciarrapico è sempre stato coerente - ha spiegato recentemente Bettini al Messaggero -. Non ha mai rinnegato le sue idee anche quando, per curiosità, è venuto a una mia assemblea pubblica e mi ha definito, bontà sua, una straordinaria intelligenza politica». Il caso-Ciarra, insiste il Cavaliere, è quindi «soltanto una montatura dei giornali» e per la sua presenza in lista «non pagheremo nessun prezzo politico». Problemi in Europa per la candidatura? Dubbi nel Ppe? Macché, risponde il leader del Popolo della libertà, «a Bruxelles la questione è già chiusa, anzi non si è mai aperta, lo testimoniano le parole di Antonio Lopez». Il quale Lopez, segretario generale dei popolari europei, ha detto che «il nostro riferimento in Italia sono Forza Italia e Berlusconi, oltre allUdc di Casini e lUdeur di Mastella». Sul contestato Ciarrapico nemmeno un accenno.
E per tagliare definitivamente la testa al toro, Antonio Tajani si è presentato laltro giorno a Bruxelles al vertice del Ppe con una cartellina sotto il braccio. Dentro, cerano alcune foto darchivio, «ecco, guarda, è quello lì a destra», ha detto a Wilfred Martens, presidente dei popolari europei, mostrando diversi scatti con il Ciarra fianco a fianco con un monumento democristiano come Giulio Andreotti. Se andava bene allora, deve andare bene anche adesso, tanto più, come ha spiegato lo stesso Berlusconi a Martens, che leditore è un candidato indipendente e che il legame del Pdl con il Ppe comporta il rifiuto di ogni forma di totalitarismo.
Tra quelli che invece lo conoscono cè Cesare Geronzi, presidente di Mediobanca, tanto che lo ha citato come teste a difesa nel processo per il crac della Parmalat.
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