VERSO LE ELEZIONI

Il disagio della teodem Binetti. L’imbarazzato silenzio di Veltroni

da Roma

Antonio Di Pietro irrompe nella campagna elettorale. E dal suo blog lancia una provocazione a Walter Veltroni. «Se la coalizione di cui faccio parte vincerà le elezioni dovrà affrontare immediatamente un problema: quale ministero assegnare ad Antonio Di Pietro?».
Il ministro delle Infrastrutture fa capire che il ministero di Porta Pia gli sta stretto. E torna a dire che punta a diventare Guardasigilli. Scelta che produce mal di pancia nel Partito democratico. «Il partito di Berlusconi non vuole che diventi ministro della Giustizia. Da parte del capo del Pdl - aggiunge Di Pietro - è assolutamente comprensibile. Il mio obbiettivo è infatti cancellare subito le leggi ad personam e di far funzionare la macchina della Giustizia, per ripristinare in questo Paese la certezza del diritto».
Ma le sue parole diventano pesanti come pietre quando chiede di capire perché nemmeno il Pd lo vuole ministro della Giustizia. «I veti che arrivano da esponenti del centrosinistra un giorno sì e l’altro pure non sono comprensibili e nemmeno accettabili. Cosa deve fare Antonio Di Pietro - scrive sul blog il ministro - per avere la possibilità di diventare Guardasigilli? Quali qualità deve avere?».
Ed obietta che «nessuno si è opposto a priori agli ultimi due ministri, Castelli e Mastella, che hanno ridotto la Giustizia in macerie. Nessuno dei due aveva la minima competenza in materia». Eppure - aggiunge - ora tutti si oppongono ad una mia eventuale candidatura». Atteggiamento comprensibile per il Pdl - dice Di Pietro - incomprensibile per il Pd.
«Forse - sottolinea - Mani pulite brucia ancora alla gran parte della classe politica. Forse hanno il timore che voglia finire il lavoro».
Più tardi, precisa: «Non ho mai chiesto di farlo, ma qualcuno mi deve spiegare perché non sarebbe possibile che io facessi il ministro della Giustizia». E piuttosto che con Veltroni, Di Pietro sembra prendersela con qualcun altro del Pd. «Mi preoccupo che la politica giudiziaria che sta portando avanti l’Italia dei valori possa costituire motivo per qualcuno dei nostri alleati, non certo per Veltroni, per metterci degli ostacoli davanti».
Di fronte al silenzio del leader del Pd sui veti a Di Pietro (lamentato dal socialista Enrico Boselli), Nello Formisano, capogruppo dell’Italia dei valori al Senato, preferisce non sbilanciarsi sui motivi per i quali il Pd non sostiene Di Pietro all’incarico di Guardasigilli.
«Sono napoletano - spiega - e come tale scaramantico.

Pertanto, penso che non si debba vendere la pelle dell’orso prima di averla. Ne consegue - aggiunge - che eventuali riflessioni sulla composizione del governo potranno venire solo dopo una vittoria elettorale. Un minuto dopo, ci si riunisce e si decide».

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