"Verso nord" chiama Montezemolo: è caccia ai voti dei leghisti delusi

Il movimento di Cacciari e Cè che riunisce ex della Lega, artigiani e federalisti di sinistra esce allo scoperto e corteggia "Italia Futura"

"Verso nord" chiama Montezemolo: è caccia ai voti dei leghisti delusi

Caccia aperta al Nord, coi sondaggi in calo per la Lega si apre una finestrella di voti per nordisti né bossiani né maroniani, tipo quelli di «Verso nord» dell’ex sindaco Massimo Cacciari. Il movimento è attivo da due anni e ha già dentro alcuni ex leghisti come Alessandro Cè (già senatore e assessore lombardo del Carroccio), federalisti di centrosinistra come Maurizio Fistarol (con cui Cacciari a metà anni ’90 fondo il Movimento dei sindaci del Nordest, insieme all’ex direttore del Gazzettino Giorgio Lago), Franco Miracco storico portavoce di Giancarlo Galan, il paladino degli artigiani veneti Giuseppe Bortolussi (direttore dell’ormai famosa Cgia di Mestre) e altri.
Finora nell’ombra come laboratorio di «Lega non leghista», stavolta, alle amministrative di maggio, escono allo scoperto con alcuni candidati. Due esperimenti nordici: a Belluno (dove sostengono un candidato civico insieme a Udc e Fli) e uno a Cantù. Qualche giorno fa sono sbarcati a Bergamo, capitale del leghismo, per sondare il terreno. Tra i relatori, il coordinatore nazionale di Italia futura, la piattaforma politica di Luca Cordero di Montezemolo (nel tondo), che sta studiando il momento buono (e la collocazione giusta) per passare dall’impresa alla politica. Ed è proprio a Montezemolo che puntano i nordisti non-leghisti di Cacciari. Si racconta di un corteggiamento costante, a cui però i montezemoliani rispondono prendendo tempo.
Sul sito di Verso nord ci sono tracce evidenti del flirt. Intanto, un banner di Italia futura. Ma soprattutto un dossier, «Bestiario ferroviario», che si presenta così: «Uno spazio comune dove potete raccontarci le vostre disavventure con Trenitalia. Mandate segnalazioni, foto e video... adesso li teniamo d’occhio!». La Trenitalia di Moretti, ovvero il nemico peggiore di Montezemolo, che da qualche giorno è concorrente diretto, sui binari, con i suoi treni ad alta velocità Ntv. L’anno scorso fu proprio Cacciari ad annunciare la prossima discesa in campo del presidente della Ferrari: «Montezemolo sta preparando una sua lista civica nazionale ed entrerà in politica appena sarà fissata la data delle elezioni. Sta lavorando a una organizzazione policentrica, con varie liste civiche regionali, per intercettare i voti di quel 40-50% di opinione pubblica che non va più alle urne e che non si riconosce in questo bipolarismo italiano, perché è fallito». Poi l’arrivo di Monti bloccò l’operazione, e fu ancora Cacciari a dire (dicembre scorso) che Montezemolo aveva «perso il treno», e che Monti gli aveva soffiato il posto. «A meno che Monti non collassi prima...» aggiungeva però il filosofo. Ecco, proprio le difficoltà del governo Monti sul tema tasse (specie la botta Imu) e l’impopolarità nel mondo dell’impresa (specie piccola) stanno facendo risalire le quotazioni dell’ex presidente di Confindustria come candidato aggregatore di liste civiche e movimenti, tipo quello di Cacciari.
Un altro «versonordista» come l’europarlamentare biellese Gianluca Susta (ex Margherita) è proprio uno dei fondatori di Italia futura Piemonte, il coordinamento piemontese dei montezemoliani. È chiaro che il movimento di Cacciari punta ai leghisti delusi. Sono presenti in Veneto, Lombardia, Piemonte, Emilia-Romagna, terre di leghismo. E alla convention fondativa di Bergamo, il 21 aprile scorso (nel mezzo della tormenta Belsito...) hanno dato un titolo che la dice lunga: «Le ragioni del Nord per cambiare l’Italia». Messaggio dell’iniziativa bergamasca a cui ha preso parte Federico Vecchioni, coordinatore nazionale dei montezemoliano di Italia futura: «Le vicende di questi giorni (cioè le inchieste sui soldi della Lega, ndr) confermano il degrado dell’attuale politica. Mai come ora le ragioni del Nord hanno bisogno di trovare una rappresentanza forte, credibile e autorevole». Come dire: i nordisti seri siamo noi.
Certo, nel rimescolamento generale delle alleanze e dei partiti (il Pdl vuol cambiare nome, l’Udc anche, si studiano partiti della Nazione e listoni civici nazionali...) Montezemolo è una carta che anche altri, oltre a Cacciari&company prendono in esame, a partire dai berlusconiani. E Montezemolo sta arruolando imprenditori e iscritti, «40mila, soprattutto on line» sostengono da Italia futura. In Piemonte l’associazione montezemoliana è guidata da Cinzia Pecchio, manager di una grande aziende agroalimentare, mentre in Veneto i responsabili sono il consigliere regionale ex Pd Andrea Causin, Manfredi Ravetto (ex manager Formula 1) e Jacopo Silva (ex presidente di Confindustria Giovani Padova).

A Milano c’è Sergio Scalpelli, capo relazioni esterne di Fastweb, mentre a Bergamo c’è un giovane di Kilometro rosso, il parco tecnologico della Brembo di Alberto Bombassei, che Montezemolo ha sostenuto per la presidenza di Confindustria.

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