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Franceschini e il vertice segreto per organizzare una corrente all'ombra di Schlein

L'ex ministro della Cultura prepara la nuova corrente prima di Natale. All’incontro Boccia, Zingaretti, i lettiani e Speranza, che però si sfila

Franceschini e il vertice segreto per organizzare una corrente all'ombra di Schlein

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“Non vogliamo più vedere capibastone e cacicchi vari. Basta con le correnti”. Parola di Elly Schlein. Le promesse della leader dem si scontrano, per l’ennesima volta, contro il muro della realtà. Le correnti politiche, eterno tallone d’Achille del Partito democratico, tornano a bussare alla porta di Schlein e soci. I protagonisti dell’attacco velato al nuovo corso dem sono tutti esponenti di spicco all’interno del Nazareno. Dall’ex ministro della Cultura, Dario Franceschini, all’ex segretario Nicola Zingaretti. Dal primo cittadino di Firenze, Dario Nardella, al capogruppo al Senato Francesco Boccia. Il dato certo, tra vari interrogativi, è uno solo: sarà battezzata una nuova area.

Una nuova corrente dem

Il dato politico, inutile negarlo, è altrettanto chiaro: cattive notizie per Elly Schlein. La sua leadership, a pochi mesi dall’elezione, sembra traballare. Le correnti, che il nuovo corso dem voleva prontamente eliminare, tornano invece a diventare strutturali. I personaggi in cerca di autore, o meglio di corrente, si sono incontrarti due settimane fa. Dario Franceschini, Nicola Zingaretti, Francesco Boccia, Marco Meloni e perfino Roberto Speranza che, come spiega La Repubblica, alla fine avrebbe deciso di sfilarsi. Un unico vertice segreto. Un solo obiettivo a lungo termine: la creazione di una nuova corrente.

Un piano per il post-Schlein

I tempi sono decisi: entro Natale, racconta chi ha partecipato alla riunione, sarà battezzata una nuova area. La vecchia corrente di Franceschini, Area Dem, verrà definitivamente sciolta. E qui le interpretazioni non si sprecano. I sostenitori di Schlein, ovviamente, guardano alla nuova corrente come un modo per affermare la leadership della segretaria. I più maliziosi, o forse solo i più realisti, analizzano la nuova area in chiave anti-Schlein. Il sostegno di Dario Nardella è un indizio che conferma, per ora, la seconda ipotesi. Molti esponenti dem, spiega La Reubblica, leggono l’operazione come un piano per il post-Schlein. Tradotto: se la segretaria dovesse fallire alle elezioni europee del prossimo anno, il sindaco di Firenze sarebbe pronto a scendere in campo personalmente.

Il fallimento della Schlein

Tra vari punti di domanda rimane una sola certezza: il fallimento della “grande” rivoluzione auspicata dalla giovane pasionaria dem. Le correnti dem sono tutt’altro che deboli. I capi corrente, o capi bastone nel linguaggio schleiniano, sono più forti che mai. La minoranza dem, interpretata dagli ultimi moderati rimasti a bordo, è in continuo subbuglio. Il governatore emiliano, Stefano Bonaccini, continua strutturare la sua nuova area. I riformisti dem, Lorenzo Guerini in testa, continuano a criticare la nuova linea politica di Schlein: sia in politica estera, in merito al conflitto russo-ucraino, sia in politica interna. Il cantiere delle correnti è aperto a tutti.

L’ennesima matassa da sbrogliare per Schlein e compagni.

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