La stretta di mano in Aula tra Roberto Calderoli e Cècile Kyenge sembrava aver risolto ogni problema e appianato i rancori. E invece quella frase infelice in cui Calderoli paragonò l'ex ministro dell'Integrazione ad un orango, ha portato a un processo con l'accusa, pesante, di «diffamazione aggravata dall'odio e dalla discriminazione razziale». E il prossimo 30 settembre proprio la Kyenge sarà chiamata a testimoniare contro Calderoli in tribunale. Stretta di mano e scuse inutili quindi ma non è ancora detta l'ultima parola. I legali di Calderoli hanno infatti chiesto, per il momento senza successo, l'invio degli atti alla Camera per sollevare il cosiddetto «conflitto di attribuzioni» tra i poteri dello Stato.
Come recita l'articolo 68 della Costituzione infatti i membri del Parlamento non possono essere chiamati a rispondere delle opinioni e dei voti dati nell'esercizio delle loro funzioni. Dove una stretta di mano non riuscì, potrebbe riuscire, quindi, la Costituzione. Ubi maior...- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.