Vietato pagare l'affitto in contanti

L'ultimo emendamento del Pd: tutto passi dalle banche. E spunta la sanatoria sui capitali all'estero

Vietato pagare l'affitto in contanti

Roma - Affitti smaterializzati; tutto dovrà passare per le banche. I nuovi equilibri politici nella maggioranza di Enrico Letta si fanno sentire in modo sempre più marcato nella legge di Stabilità. Tra gli ultimi emendamenti del Pd approvati in commissione Bilancio della Camera, uno prevede che gli affitti non possano più essere pagati in contanti.
La proposta approvata prevede che «i pagamenti riguardanti canoni di locazione di unità abitative» dovranno «essere corrisposti obbligatoriamente, quale ne sia l'importo, in forme e modalità che escludendo l'uso del contante e ne assicurino la tracciabilità», anche per ottenere le agevolazioni fiscali.
Tanto per intenderci, anche un affitto di valore bassissimo, dovrà passare per un bonifico o altro mezzo tracciabile. Unica eccezione, gli «alloggi di edilizia residenziale pubblica».
Altra novità emersa ieri, una bozza di emendamento sul rientro dei capitali, che prevede sanzioni ridotte e niente carcere per i «delitti di dichiarazione infedele». Le manette scatteranno solo per i reati più gravi, come le dichiarazioni fraudolente con pene ridotte della metà.
La legge di Stabilità potrebbe riservare altre sorprese. Ad esempio circola con insistenza un'indiscrezione su un ulteriore inasprimento della tassa sugli investimenti. Già la «finanziaria» del governo Letta fa aumentare l'imposta sul bollo che si paga sulle comunicazioni finanziarie, dallo 1,5 per mille allo 2 per mille. Ora la tassa potrebbe passare allo 2,5 per mille. Se ne parla alla Camera dei deputati, chiaramente come copertura su alcune modifiche che sta chiedendo il Partito democratico. In particolare quelle sugli esodati, che erano contenute in emendamenti presentati nella commissione Lavoro, poi bocciati perché la vecchia copertura non convince la Ragioneria generale dello Stato.
A farsene carico, è stato soprattutto l'ex ministro del Lavoro Cesare Damiano. «Il nostro obiettivo - spiega - è ampliare la platea degli esodati già salvaguardati dalla legge di Stabilità per portarli a 20mila in tutto. Lo faremo rimuovendo alcuni paletti». Il governo potrebbe farsi carico della richiesta del Pd. Dal punto di vista delle finanze pubbliche lo sforzo che dovrebbe costare circa un miliardo. Che è la stessa cifra che porterebbe alle casse dello Stato l'aumento del 5 per mille dell'imposta di bollo sulle comunicazioni finanziarie.
Di certo il governo non si potrà permettere di fare alcuna misura in deficit. La conferma i limiti siano già stati superati ieri è arrivata dalla Bce. Dall'ultimo bollettino mensile della Banca centrale europea emerge che la crescita nel prossimo anno sarà inferiore alle previsioni.
L'Italia, spiega l'istituto guidato da Mario Draghi, non è riuscirà a centrare gli obiettivi stabiliti a suo tempo di un rapporto deficit/Pil al 2,9% per il 2013 e all'1,8% nel 2014 a causa «principalmente a un peggioramento delle condizioni economiche» e a uno sforzo di risanamento «inferiore allo sforzo richiesto». Nel 2013 il rapporto deficit Pil secondo la Bce si «dovrebbe collocare al 3 per cento, contro l'obiettivo del 2,9 per cento fissato nell'aggiornamento del programma di stabilità per tale anno». Previsione fatta dando per buone le stime sulle entrate fiscali fornite dal governo. Per quanto riguarda il 2014 il documento programmatico, prevede «un rapporto disavanzo/Pil al 2,5 per cento (a fronte dell'obiettivo dell'1,8 per cento fissato nell'aggiornamento del programma di stabilità del 2013).


Il presidente della Bce Draghi ha detto che Francoforte non può «sostituire i governi e le loro riforme strutturali» e che «non bisogna attribuire all'Euro la responsabilità della crisi, le carenze sono da cercare altrove». Per quanto riguarda l'unione bancaria Draghi raffredda gli eccessi di ottimismo: è uno dei quattro pilastri dell'integrazione europea, ma non può essere considerata una «panacea».

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