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Violenza antisemita a Roma: dieci tifosi inglesi in ospedale

Assalto ai supporter del Tottenham, la squadra del quartiere ebraico di Londra. In cella i due ultrà romanisti che avrebbero organizzato il raid

L'interno del pub "Drunken ship" in Campo de' Fiori a Roma distrutto durante il raid
L'interno del pub "Drunken ship" in Campo de' Fiori a Roma distrutto durante il raid

Roma - Paura e sangue a Campo de' Fiori. Un commando antisemita giovedì all'una ha trasformato la storica piazza della movida romana in un campo di battaglia. Nel mirino dei teppisti, armati di spranghe, coltelli e bottiglie un gruppo di tifosi del Tottenham, giunti nella capitale per sostenere la loro squadra nella partita di Europa League contro la Lazio. Ma allo stadio in dieci ieri non entrati: erano finiti in ospedale la sera precedente dopo il raid vigliacco, costato loro una prognosi tra i 7 e i 20 giorni. Un venticinquenne, invece, è ricoverato in gravi condizioni al San Camillo, dove è stato operato per una ferita di arma da taglio all'aorta.

La spedizione punitiva si è consumata nel giro di pochi minuti mentre gli inglesi si trovavano nel pub «Drunken Ship», dove già nel 2006 un fan del Middlesbrough era stato accoltellato alla vigilia dell'incontro con la Roma. Ma questa volta il blitz era stato organizzato nei dettagli da un gruppo eterogeneo di tifosi della Roma e della Lazio uniti sotto la comune bandiera dell'antisemitismo e del razzismo. Alcuni testimoni, compreso un presidio di vigili urbani anti-movida, hanno raccontato di aver intercettato lo squadrone composto da una trentina di balordi, con il volto travisato da caschi e sciarpe, armato di tirapugni, coltelli e spranghe. I teppisti provenivano da piazza della Cancelleria e marciavano verso il Drunken Ship, alla ricerca di tifosi inglesi, intonando cori contro gli ebrei.

«Hanno rotto i vetri con i sassi e poi ci hanno assaltato - raccontano i sostenitori del Tottenham -. Chi provava a uscire si trovava davanti un schieramento ancora più violento». «Hanno distrutto tutto - dice Marco Manzi, uno dei proprietari -. Sono arrivato mentre stavano scappando, ma nel locale abbiamo trovato sampietrini, mazze, chiavi inglesi e bombolette di spray urticante». «Ho sentito urla disumane e rumori fortissimi per circa mezz'ora - racconta una residente di Campo de' Fiori -. Non mi sono affacciata perché ero terrorizzata». Le telecamere installate nella piazza hanno ripreso alcune immagini del sanguinoso pestaggio, filmati che sono già in mano alla Digos chiamata a identificare tutti i responsabili. Nell'immediato, infatti, sono state identificate 15 persone, sei delle quali accompagnate in commissariato per ulteriori accertamenti. L'agguato sembrerebbe mosso più da movente razzista che calcistico. Tra la tifoseria laziale e quella inglese, infatti, c'era stata ruggine solo nel match di andata a Londra, quando alcuni giocatori del Tottenham furono oggetto di cori razzisti. Non è un segreto che questa sia la squadra degli ebrei di Londra e il gruppo principale di ultrà si chiami «Yid army» (armata ebraica, ndr). La società biancoceleste ha subito preso le distanze convinta che i suoi supporter non c'entrino.

Per ora sono finiti in manette per rissa, lesioni pluriaggravate e tentato omicidio solo due romanisti, Francesco I., 26 anni, già nel 2007 sottoposto a Daspo e Mauro P., 25 anni: nascondevano tirapugni, spranghe e avrebbero avuto contatti per pianificare il blitz.

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