
- Ecco, secondo Paolo Valentino, sul Corsera, due sono i motivi che spingono Donald Trump a cercare la pace in Ucraina: una certa “ossessione” per il Nobel; e le opportunità commerciali “per la sua famiglia e i suoi compagni di merende”. Proprio non possono accettare che un puzzone come lui possa volere la pace tanto per amore della pace.
- Riporto il seguente ragionamento, sempre sul Corsera: “Perché Putin sa sempre trovare le parole giuste per fargli cambiare parere, fosse pure temporaneamente? Una tesi antica, mai corroborata, sostiene che l’uomo del Cremlino ha sufficiente «kompromat» a sfondo sessuale per «ricattare» the Donald. Un’altra suggerisce di «seguire i soldi» e ricorda che a partire dagli anni Duemila fondi privati russi sono entrati negli affari immobiliari e nelle proprietà del gruppo Trump. Poi c’è la spiegazione psicologica: Trump adora e probabilmente invidia gli uomini forti, i leader autoritari, i predatori privi di vincoli per dirla con Giuliano da Empoli: nel febbraio 2022, quando Putin invase l’ucraina, lo definì «un genio»”. In realtà la spiegazione è molto, molto più semplice. Primo: su Israele, Trump ha potuto imporre pressioni enormi perché in larga parte Tel Aviv dipende dall’amicizia con gli Stati Uniti. Lo stesso non può dirsi per l’Ucraina. Secondo: Putin non è Hamas, non ha “padrini” che possono convincerlo ad arrendersi come nel caso dei Jihadisti con Qatar e Paesi Arabi, dalla cui sopravvivenza dipendono. E questo, al netto delle spiegazioni psicologiche, dei mai dimostrati ricatti sessuali o degli appetiti economici di The Donald, fa tutta la differenza del mondo.
- Come volevasi dimostrare: il Parlamento israeliano vota l’annessione della Cisgiordania, gli Usa dicono “no grazie” e Netanyahu è costretto a sospendere la legge.
- Fa un po’ ridere questa battaglia del centrosinistra contro la Manovra, troppo debole nel favorire le nascite. Primo: non è vero che le famiglie non fanno figli “perché non ci sono soldi”, non siamo un Paese mediamente povero. Semmai è vero che entriamo nel mondo del lavoro un po’ tardi, e che culturalmente preferiamo “buttarci” poco nel vuoto: prima di mettere in cantiere un erede, cerchiamo una stabilità che in passato - pur mettendo al mondo molti più figli - se la sognavano. Secondo: ma davvero pensate che la scelta di fare un bimbo dipenda dall’orario di apertura dell’asilo nido? Davvero pensate che dopo il decennale bombardamento mediatico su aborti, sesso libero, che bella la vita da soli, guai a sposarsi, eccetera eccetera eccetera, il problema sia l’entità del bonus nascita?
- C’è un dettaglio del caso Report (assolto per diffamazione sul caso dei camici della famiglia del governatore Fontana) che sta lì a spiegare perché l’autore di questa rubrica non farebbe carte false per andare a lavorare per Ranucci. Il legale della trasmissione Rai, per spiegare perché il servizio non sarebbe stato offensivo, ha affermato che “non conteneva accuse ma poneva interrogativi”. E questo, signori miei, è proprio il “metodo” che ci schifa: quando non si ha abbastanza ciccia per formulare un'accusa, si pongono delle domande, si adombrano sospetti, “si dice che...”, in modo da coprirsi da possibili querele, ma lasciando che sia il telespettatore a fare ogni collegamento logico. Report non afferma nulla, pone solo "interrogativi”, ma intanto chi guarda la puntata esce convinto della colpevolezza del malcapitato.
- Lo spread tra Btp italiani e Bund tedeschi è sceso a 79 punti base. Con Draghi, riporto da Repubblica per non apparire di parte, era “iniziato a 100 e finito a 250”. Non fosse lei, di destra e così antipatica a quelli che contano, le avrebbero già fatto un monumento.
- Ho recuperato questo articolo di Rep sui Big della Finanza che aspettavano al varco Giorgia Meloni pochi giorni prima della vittoria elettorale e della formazione del governo. Si legge: “Ma nei report sull’Italia che in questi giorni distribuiscono ai clienti, i grandi nomi della finanza internazionale, che con le loro decisioni spostano migliaia di miliardi di dollari, delineano anche uno scenario peggiore: nel caso un governo Meloni dovesse virare in maniera decisa dall’agenda Draghi, lo spread potrebbe salire ben oltre i 300 punti base”. Oggi siamo a 79. ‘Sti Big della Finanza son dei caproni.
- Che poi se ripensiamo a quello che scrivevano i dotti editorialisti al tempo delle elezioni del 2022, viene da ridere. C’è chi sosteneva che il mondo ci avrebbe sotterrato. Chi adombrava un’altra crisi del debito pubblico. Chi immaginava lo Spread a livelli mefistofelici. Invece i tre anni di governo (no: in questa rubrica non faremo nessun elogio) dimostrano semmai solo una cosa: che un Paese è stabile quando il suo governo viene percepito come tale. Per anni abbiamo rincorso governi tecnici, di larghe intese, malfatti e maltagliati, pensando che le crisi di governo - e le elezioni - ci avrebbero portato nel baratro. Se cade Draghi, siamo fritti. Invece i fatti dimostrano l’esatto contrario: stabilità e meno variabilità parlamentare sono preferibili a governi da accanimento terapeutico. La crisi francese, con Macron sconfitto che cambia più premier che mutande, insegna.
- Leggo di questo sgombero fatto a Bologna con la polizia in tenuta anti-sommossa e le mazzate per tirare giù il muro. Nessuno scandalo. Nessuno. Poco importa se inquilini avevano sempre pagato, se ci sono dei bambini, se la società vuole farne dei B&B: il contratto era scaduto e, alla scadenza bisogna liberare gli appartamenti. Punto.
- Ah: alle famiglie è stato assegnato un albergo in attesa che riescano a trovare un’altra sistemazione dove pagare l’affitto. Ma pare abbiano rifiutato perché troppo lontano dalle scuole e dal logopedista di uno dei bambini. Ora, signori miei: capisco tutto ma non è che possiamo sempre avere la tavola apparecchiata. Trenta chilometri dal centro città non sono tanti: uno si prende il suo autobus o l’auto, e va al lavoro o a scuola.
- Gli attivisti anti-sgombero hanno detto che trasformare le case in B&B sarebbe un “profitto ingiusto fatto alle spalle di persone che non possono
permettersi cifre del genere". Cari socialisti, un profitto - se lecito - non è mai ingiusto.- Ma la domanda è: un giocatore di NBA che guadagna svariati milioni di dollari all’anno, perché dovrebbe truccare delle partite?