Roma - Più crescono le tensioni all'interno del nuovo Pd di Matteo Renzi e più sembrano possibili elezioni anticipate. Più il rapporto tra il leader democratico e il governo di Enrico Letta s'incrina e più sembra prendere quota la reale possibilità di un accordo sulla riforma elettorale.
Ma i tempi e le regole di questo cammino sono avvolti dall'incertezza. La data possibile per andare al voto sarebbe quella del 25 maggio, insieme alle consultazioni europee. E tecnicamente per allora il parlamento potrebbe scegliere il nuovo sistema elettorale.
Tutto, però, sembra condizionato da un accordo politico che dovrebbe poggiare sulla strana alleanza tra il Pd renziano e la Fi rifondata da Silvio Berlusconi. E a premere per andare alle urne, si sa, è anche il Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo.
L'accelerazione al processo l'ha impressa Renzi, che già in questa settimana conta di portare a casa, con incontri bilaterali, le risposte dei partiti alle sue tre proposte di riforma. Sarà il momento della verità. «Su una proposta - ha detto il leader democratico - Fi ha mostrato interesse e aspettiamo risposte da quello che è il secondo partito, su un'altra ha aperto Ncd, mentre Grillo ha preso tempo. Perché non dovremmo farcela?». In effetti, un accordo sembra a portata di mano. Anche se Renzi non ignora la possibilità che veti incrociati portino ancora una volta allo stallo. Ma in quel caso non sarà lui a poter essere accusato di frenare il cammino. Ecco perché indica come possibile l'approvazione definitiva della legge per il 15-20 febbraio prossimi.
I giochi si apriranno alla Camera domani, quando si riunirà un ufficio di presidenza per stabilire il calendario dei lavori della commissione Affari costituzionali sulla legge elettorale.
Il relatore e presidente, Francesco Paolo Sisto, ha già avvertito che comunque non si potrà andare a votare un testo prima della pubblicazione delle motivazioni della Corte costituzionale. Ma a Palazzo della Consulta il relatore Giuseppe Tesauro sta lavorando agli ultimi ritocchi del documento che sarà depositato molto presto.
«Nella riunione dell'8 gennaio - spiega Sisto a Il Giornale- definiremo innanzitutto come e quando si terranno le audizioni degli esperti, chieste dai vari gruppi. Saranno essenziali e utilizzeremo anche quelle già fatte dal Senato. Serviranno solo un paio di giorni. Poi ci sarà la discussione generale. Lavoreremo per fare presto, con efficienza, ma senza prove di muscoli e surmenage. Si tratta di una legge troppo importante per non farla a mente fresca, con senso di responsabilità.
Naturalmente, in questo caso il Senato non dovrebbe apportare modifiche ma limitarsi ad approvare il testo di Montecitorio, perché si arrivi in porto in meno di due mesi.
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