«Gli italiani all’estero votino il referendum in ambasciate e consolati come alle Europee». In attesa di conoscere il giorno esatto della consultazione sulla riforma della giustizia - Palazzo Chigi ha rimandato la decisione, le date possibili sono 15 e 22 marzo - il deputato Fdi Andrea di Giuseppe ha presentato un ordine del giorno alla Finanziaria per impegnare il governo a cambiare le anacronistiche modalità di voto degli italiani all’estero: i plichi destinati a morti o «comprati» fino a 50 euro a scheda fino alle schede false stampate, per non parlare del ruolo dei Patronati Inca Cgil - sindacato schierato apertamente per il «No» alla separazione delle carriere - e il rischio di un pesante condizionamento del referendum per provare a dare la spallata al governo di centrodestra hanno spinto il parlamentare eletto nella circoscrizione Nord America a sollecitare una riforma attesa da tempo e già sottoscritta da diversi esponenti della maggioranza come l’azzurro Giorgio Mulè, che ieri notte ha presieduto l'infuocata seduta della Camera che ha portati ad approvare l'odg. Nei giorni scorsi l’inchiesta del Giornale ha ricostruito i retroscena dietro la denuncia dell’ex pm Antonio Di Pietro alla presentazione a Napoli del Comitato del Sì della Fondazione Einaudi («Si stanno già costituendo organizzazioni criminali per controllare il voto all’Estero») e il rischio di almeno 1,5 milioni di «No» farlocchi attraverso un sistema consolidato di brogli, evidenziato da diverse denunce negli anni scorsi.
Il voto postale per l’iscritto all’Anagrafe degli italiani residenti all’estero (Aire) è costoso e pieno di insidie: l’elettore deve ricevere e poi spedire la busta, che poi va messa a disposizione di ambasciate e consolati e infine scrutinata a parte a Castelnuovo di Porto, in una filiera di situazioni critiche e potenzialmente esposte al rischio della contaminazione del voto.
Questo sistema «comporta anche un elevato costo per lo Stato.
, si parla di circa 100 milioni di euro, una stima per difetto, perché i 60 milioni di euro messi a bilancio vengono spesso coperti dai Consolati, peraltro falcidiati dalla sciagurata scure del governo di Mario Monti che ne ha cancellati decine, con grave danno per i nostri 7 milioni di connazionali. La sinistra, che all’Estero incassa percentuali di consenso lusinghiere, parla già di colpo di mano sul voto. A pensar male si fa peccato ma...