Roma - Nessuna garanzia blindata sulla vita del governo. Nessuna assicurazione scritta. Nessuna clausola «allunga-la-vita». E anche una stoccata inflitta dal premier incaricato che bolla la richiesta degli alfaniani di un vertice di maggioranza come pratica obsoleta, sorta di reperto preistorico della Prima Repubblica, negando la sua partecipazione e spedendo come suo rappresentante Graziano Delrio. «Sono allergico ai vertici di maggioranza. Poi se vogliono vedersi si vedano». Angelino Alfano continua il suo pressing per mettere nero su bianco le priorità del governo Renzi. Nel pacchetto fatica, però, a entrare quello che per Nuovo Centrodestra rappresenterebbe lo strumento migliore per allontanare la data delle elezioni: l'approvazione congiunta della legge elettorale e delle riforme istituzionali. Per minimizzare il rischio di una maggioranza variabile, Alfano chiede un impegno sull'emendamento Lauricella che prevede l'entrata in vigore dell'Italicum dopo l'abolizione del Senato. E anche Maurizio Sacconi ribadisce che «per noi resta ferma la necessità di affermare lo stretto nesso tra riforma della legge elettorale e riforma del Senato». Condizione irricevibile per il premier incaricato che avrebbe, però, lasciato uno spiraglio affidando l'emendamento alla libera volontà del Parlamento. Renzi, però, è ben consapevole che se passasse questa modifica, l'appoggio di Forza Italia all'iter delle riforme verrebbe immediatamente ritirato.
Ncd, comunque, è sicura di superare l'intoppo e dentro il partito - che ieri ha firmato il contratto per la nuova sede a Via dell'Arcione, non lontano da Fontana di Trevi - si ripete, un po' per convinzione, un po' per propaganda, che alla fine il governo Renzi sarà un esecutivo «molto più spostato a destra di quello Letta e capace di compiere riforme impossibili anche con i governi berlusconiani, quando la forza di interposizione dei sindacati risultava invalicabile». Gli alfaniani in questa fase sono anche impegnati a influenzare le scelte su due ministeri fondamentali per spostare gli equilibri. In particolare Ncd preferirebbe evitare un ministro dell'Economia «politico» o comunque eccessivamente vicino al premier. In sostanza non è ben vista l'ipotesi che porterebbe a Graziano Delrio o Enrico Morando a Via XX Settembre. L'altro nodo è quello della Giustizia, visto che gli alfaniani chiedono a Renzi di mettere mano alla questione delle intercettazioni facili e di orientarsi verso una figura di specchiato garantismo.
Chi di sicuro non sarà della partita nel nuovo esecutivo sarà Gaetano Quagliariello che ieri ha lanciato alcune stoccate al sostituto di Enrico Letta in una lettera aperta. Secondo il ministro delle Riforme uscente, Renzi ha dettato i tempi delle riforme, sollecitandone un rallentamento in vista delle primarie. Ma poi ha lanciato all'indirizzo del governo l'accusa di immobilismo. Se le riforme costituzionali sono rimaste finora nel cassetto la colpa è del «congresso permanente» del Pd non dell'inattività del governo».
Infine L'Occidentale, il quotidiano on-line di Ncd, prova a esorcizzare la paura di una legge elettorale «spazza-piccoli», coniando un nuovo hashtag (parola chiave su Twitter) dedicato a Berlusconi. «Guardano alla legge elettorale come una clava. Ma l'Italicum in salsa berlusconian-verdiniana verrà cambiato. Silvio fattene una ragione, i ruggiti non spaventano nessuno. #italicumciaociao».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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