Zero in pagella per il premier non pervenuto

Rassicuraci che respiri. Abbiamo aspettative modeste: dacci prova che non sei morto ancor prima di essere nato

Zero in pagella per il premier non pervenuto

Caro Matteo Renzi, per dirla alla fiorentina: te tu ha fatto una bischerata a scalzare Enrico Letta, rubandogli il posto a Palazzo Chigi. Dovevi startene buono buono al vertice della segreteria Pd, lasciando che fosse lui a fare brutta figura. Ti ha fregato la smania di salire subito in alto e ora le vertigini ti impediscono di ragionare. Invece di governare, ti fai governare dagli eventi. Li subisci, li affronti a occhi chiusi.
Spero di sbagliare, ma se vai avanti così annegherai presto nella palude da cui pretendevi di far uscire in fretta il Paese. Come ha scritto ieri sul Giornale il professor Francesco Forte, il tuo decisionismo consiste nel decidere di tergiversare. E se ne vedono i risultati. Per girare giri, eccome se giri, ma a vuoto. Susciti tenerezza, molta tenerezza e nessuna speranza. Ti sono bastati 15 giorni per rivelarti. Sei un chiacchierone di talento, questo sì, bisogna riconoscerlo. Ma quando hai finito di parlare, sei talmente soddisfatto di te da non avere più energie per nient'altro. E non fai un tubo. Non sai da che parte cominciare ad agire e ti addormenti.
I tuoi ministri ti assomigliano: belle statuine, ragazzi illusi che sia sufficiente essere investiti di una carica per dimostrare di meritarla. Finora tu e i tuoi boy scout vi siete distinti per la vostra assenza. Non ci siete, e se ci siete dormite. Non avete firmato un solo provvedimento degno di nota. La legge elettorale si è già ridotta a uno scarabocchio. E le quote rosa sono il certificato della vostra inettitudine.
Ma tu, Matteo, sei un politico, uno statista, un pubblicitario o un uomo marketing? L'azienda Italia richiede interventi energici. Tu, viceversa, ti accontenti di essere un testimonial. I tuoi non sono provvedimenti, ma spot televisivi che piacciono alle mamme e non soddisfano i papà, perché la loro busta paga rimane povera e falcidiata dalle tasse, dal cuneo (che non è una città piemontese, ma una porcata), da ogni sorta di trattenute e pertanto è insufficiente a far sbarcare il lunario alle famiglie.
Ricordo i tuoi discorsi in Parlamento quando cercarvi di ottenerne la fiducia. Eravamo tutti incantati dalle tue affabulazioni. I titoli del programma solennemente annunciato al popolo promettevano un futuro radioso. Parecchia gente ha creduto alle tue ciance: realizzeremo una riforma al mese cosicché alla fine dell'anno avremo risolto ogni problema nazionale. Però, pensammo, che personaggio fantastico è emerso dal mucchio selvaggio dei politici! Costui ci salverà, ci riporterà a galla, e gliela faremo vedere noi alla Merkel. E mo'?
Caro Matteo, non dirci qualcosa di sinistra e neppure di destra. Abbiamo aspettative più modeste: dacci la prova che non sei morto ancor prima di essere nato; ci accontentiamo di un piccolo segnale, muovi un dito e rassicuraci che almeno respiri.
Attenzione, però: non rifilarci la patrimoniale come se tu fossi un Mario Monti qualunque, altrimenti ci faresti rimpiangere il professore bocconiano e perfino il suo clone minore, Enrico Letta che, se non altro, aveva la fantasia di cambiare nome alle tasse allo scopo di farcele apparire più leggere.

Confidati con noi, Renzi: tu sai quali siano i compiti del presidente del Consiglio o li stai scoprendo in questi giorni con orrore? Se ti dovessimo giudicare per quanto non hai fatto al tuo esordio a capo dell'esecutivo, dovremmo dire che al tuo confronto Giulio Andreotti era un rivoluzionario e Arnaldo Forlani un sovversivo.
Non possiamo affermare che la tua leadership ci faccia pena. Questo no. Però ci preoccupa. Fa sorgere il sospetto che tu sia uno zero. Ma uno zero così tondo da apparire sciocco come la luna.

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