Zombie e vampiri senza cuore

Basta. Basta scuse, basta dilazioni, basta alibi. Il tempo è scaduto, l'ha capito anche Renzi, che ha rotto gli indugi, e parte del Pd. Non Napolitano e Bersani che con la loro melina assurda tengono in vita il fantasma di Monti. Il governo bocciato dagli italiani si sta comportando come quei debitori che si inventano ogni giorno un motivo diverso per non pagare. Quelli che li chiami e si fanno negare al telefono. Quelli che giurano «ho fatto tre giorni fa il bonifico, possibile che non sia ancora arrivato?». Quelli che tirano fuori l'assegno postdatato. Adesso però non c'è più tempo. Monti e i suoi ministri si devono mettere in testa che lo Stato deve saldare subito i debiti che ha con le imprese. E invece niente. Hanno fatto un pasticcio e hanno fatto saltare il Consiglio dei ministri. Non si capisce perché. Non lo sa il Pdl, non lo sa il Pd. Chiede notizie anche l'Europa. Ma dal governo si limitano a dire che ci penseranno la prossima settimana, se va bene lunedì o martedì, ma senza certezze. Non hanno neppure voglia di pagare tutto, ma buona parte verrà restituito a rate.
È il guaio di questo governo che nessuno riesce più a mandare via. Sono arrivati al potere senza passare dal voto. Dovevano salvare l'Italia e l'hanno dissanguata. Si sono dimessi, ma restano ancora lì. Lo stallo post-elezioni permette a Napolitano di mantenerli ancora in vita, come zombie o vampiri. Non sono riusciti a risolvere nessuno dei problemi legati alla crisi economica. Semmai dovessero davvero saldare il debito, si è già capito che lo faranno aumentando le tasse. È l'unica cosa che in fondo sanno fare: tassare, tassare, tassare.
Ci si chiede come ci si possa liberare da questa sciagura. Forse qualcuno li vuole tenere lì all'infinito. Ci si è messo anche Bersani con le sue consultazioni fasulle e ora tocca ai saggi perdere tempo. Basta. Gli imprenditori devono ogni giorno fare i conti con le banche e con una crisi che sta decimando la forza produttiva del Paese. Forse Monti non riesce proprio a capirlo.

Rinviare il Consiglio dei ministri di una settimana non è cosa da poco. C'è gente che sta contando i giorni che dividono la vita dalla morte. Per i tecnici questi giorni in più sono un ritardo burocratico, per chi fa impresa è sopravvivenza.

di Salvatore Tramontano

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