Massimo Restelli
da Milano
Oltre ad Alfonso Iozzo sarà Antoine Bernheim a sedere alla vicepresidenza di Intesa Sanpaolo accanto al numero uno Giovanni Bazoli. Il quadro non ha ancora i crismi dellufficialità, ma lindicazione delluomo forte delle Generali nel consiglio di sorveglianza di Intesa Sanpaolo lascia prevedere che i giochi siano fatti. La lista, dove spicca la candidatura di Carlo Barel di SantAlbano per lIfil (2,4% del capitale post fusione), è stata licenziata nella tarda serata di ieri da Ca de Sass dopo lultima supervisione delle designazioni da parte di Bazoli e del presidente di Piazza San Carlo, Enrico Salza.
I due banchieri hanno quindi trovato il punto di incontro tra i desiderata degli enti azionisti (lultimo a riunirsi è stato il consiglio di Cariplo) nella prevista governance dualistica che avrà anche un comitato di gestione. Nella vicepresidenza di Bernheim è tuttavia possibile intravedere una compensazione «politica» per Generali. Questultima è il grande socio industriale della superbanca (4,9%) ma, complici alcune resistenze dellAntitrust, sarà probabilmente costretta a rimettere nel cassetto i propri progetti di espansione nella bancassurance lasciando spazio a Eurizon: il polo del risparmio di Mario Greco che ha visto slittare al prossimo anno la quotazione in Borsa. Ma lanziano banchiere parigino costituisce anche lennesima conferma dei fitti intrecci tra Milano e il Leone, che a sua volta conta nel libro soci Mediobanca, dove siedono invece Unicredit e Capitalia. Malgrado la maggior parte siano considerati «indipendenti» scorrendone le esperienze professionali non è difficile identificare tra Gianluca Ponzellini, Franco Dalla Sega, Angelo Ferro e Ferdinando Targetti i prescelti della Fondazione Cariplo (4,7%) e in Eugenio Pavarani luomo di Cariparma (2,2%). Milano e Torino avranno comunque 9 consiglieri a testa con lex ad del Sanpaolo Pio Bussolotto e Giovanni Costa a portare il vessillo della Fondazione Cariparo (3,5%). La Compagnia di Sanpaolo (7%) si è invece affidata tra gli altri a Gianluca Ferrero, Pietro Garibaldi e Rodolfo Zich, così come è confermato Gianguido Sacchi Morsiani in quota Carisbo (2,7%).
Completano la lista, che aggiungerà un posto ai 18 attuali con lassemblea dei soci in agenda il primo dicembre per salire a 21 lanno successivo lasciando posto alle minoranze, altri dottori commercialisti, professori universitari e avvocati: Fabrizio Gianni, Giulio Stefano Lubatti e Livio Torio. Esclusi come previsto gli spagnoli del Santander (4,2%) che, dopo essersi espressi contro la nascita di Intesa Sanpaolo in cda, si preparano a confermare la contrarietà in assemblea, magari coagulando la forza dei grandi fondi internazionali. La tesi (Madrid si è affidata a Deutsche Bank) è che Torino sia stata sottovalutata.
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