Intesa Italia-Francia sui clandestini: "Schengen va rivisto"

Berlusconi e Sarkozy trovano l’accordo sulle partite aperte: "Asilo in tutti gli Stati Ue". E in Libia colpire "solo obiettivi militari". Lettera congiunta ai vertici di Bruxelles. Caos Siria: stop alla repressione

Intesa Italia-Francia sui clandestini: "Schengen va rivisto"

Roma - Niente gelo tra Silvio Berlusconi e Nicolas Sarkozy, anzi. Quello che si annunciava come un vertice ad alta tensione si è concluso con una «forte convergenza» tra Italia e Francia su tutti i temi trattati, dall’immigrazione alla Libia, dalla Siria a Parmalat, dal nucleare alla candidatura di Mario Draghi alla Bce, appoggiata dal presidente francese.
«Un vertice positivo, molto positivo», dice il premier italiano nella conferenza stampa finale. E Sarkozy assicura che l’Italia è «nel cuore dei francesi», chiudendo tensioni e polemiche delle scorse settimane. «L’accordo di Schengen vive solo se riformato», aggiunge sintetizzando la linea comune di Italia e Francia sulla questione più delicata, quella degli sbarchi a Lampedusa e dell’immigrazione dal Nord Africa.
Berlusconi e Sarkozy raggiungono un’intesa importante al summit, cui partecipano il primo ministro francese Francois Fillon, i ministri dei due Paesi di Esteri, Interni ed Economia. In una lettera ai presidenti del Consiglio Ue e della Commissione europea e in una dichiarazione congiunta sulla cooperazione tra Ue e Paesi della sponda sud del Mediterraneo, i due leader chiedono non l’abolizione del trattato, ma modifiche che consentano agli Stati, in caso eccezionali, di ripristinare provvisoriamente le frontiere. L’Europa deve avere una strategia comune, aiutando gli Stati più esposti alle emergenze e rafforzando Frontex (l’agenzia che controlla i confini dell’Ue) per contrastare gli ingressi clandestini. La libera circolazione non può trasformarsi in porte aperte per tutti. Italia e Francia dicono sì alla solidarietà per i profughi con un «regime di asilo europeo comune», no ad un’immigrazione irregolare «mascherata». E sollecitano nuove misure dal Consiglio Europeo di giugno.
La crisi vera e propria è dietro l’angolo: se dalla Libia ci saranno arrivi massicci di profughi, l’Ue dovrà avere pronto un piano operativo per una protezione temporanea, in base alla «capacità di accoglienza di ogni partner e degli sforzi già sostenuti». Berlusconi riconosce che quello della Francia è stato 5 volte superiore a quello dell’Italia: ogni anno 50mila immigrati, contro 10mila.
Tra Roma e Parigi si ritrova la sintonia anche sulla crisi libica, dopo la decisione italiana di partecipare ai raid aerei. Sarkozy si «rallegra» e Berlusconi precisa che non si tratta di bombardamenti ma di razzi mirati contro obiettivi militari. Decisione difficile, ma l’Italia deve partecipare «a pieno titolo» per non essere esclusa dal triangolo Gran Bretagna-Usa-Francia e il premier è convinto che supererà le resistenze della Lega. «Lavoreremo mano nella mano», dice il presidente francese. Nel documento congiunto sulla Libia si legge che bisogna «intensificare la pressione militare» per difendere i civili e che Gheddafi «deve andarsene». Non si accetterà più il petrolio insanguinato del Colonnello.
Quanto alla Siria, Berlusconi e Sarkozy si appellano a Damasco perchè fermi la repressione. Il presidente francese avverte: «Non ci possono essere due pesi e due misure», ma per un intervento serve una «risoluzione dell’Onu».
Sul nucleare, Berlusconi afferma che è il futuro «ineluttabile» e il referendum l’avrebbe bloccato.

La moratoria è solo temporanea e Sarkozy garantisce la collaborazione della Francia.
Infine, il capitolo Parmalat: l’Opa della francese Lactalis non è «ostile», dice il Cavaliere. I governi sceglieranno due consiglieri economici per trovare «una soluzione».

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica