Intesa raggruppa le polizze Vita Incognita Antitrust

IL NUOVO POLO Due compagnie: 8 miliardi di euro di premi lordi e 63 miliardi di riserve

Intesa raggruppa le polizze Vita Incognita Antitrust

Otto miliardi di euro di premi lordi e riserve tecniche per 63. Con questi numeri si appresta a nascere il nuovo polo di bancassicurazione di Intesa Sanpaolo, che emergerà dal progetto di riorganizzazione approvato ieri sera da consiglio di gestione e dal consiglio di sorveglianza della banca.
Intesa Sanpaolo punta alla razionalizzazione delle attività attraverso il raggruppamento delle quattro strutture ereditate dalle fusioni degli ultimi anni, che finora hanno gestito la vendita e la distribuzione dei prodotti assicurativi sulla rete nazionale di sportelli dell’istituto.
Ad essere integrate saranno Intesa Vita (joint venture al 50% con Generali che operava sulle ex filiali Banca Intesa), Eurizon Vita (controllata al 99,96%, operante sulle filiali Sanpaolo), Centorivita Assicurazioni (per la rete Carifirenze, controllata al 51%, in partnership con Cardif Assurance, gruppo Bnp Paribas) e Sud Polo Vita (operante presso gli sportelli del Banco di Napoli e delle Casse del Centro). Grazie alle opzioni di vendita esercitate dai partner Generali e Cardif, Intesa otterrà il controllo completo del nuovo polo di bancassicurazione, che secondo i piani, sarà formato da due nuove compagnie vita: una che opererà sull’intera rete bancaria del gruppo, l’altra a servizio esclusivo dei promotori di Fideuram.
Fondamentali per l’avvio effettivo della ristrutturazione, come specifica Intesa, il via libera delle diverse autorità di controllo: Banca d’Italia, Isvap ma soprattutto Antitrust, già alle prese con la questione del patto di consultazione tra Generali e Crédit Agricole, proprio nell’azionariato di Intesa. In particolare Intesa ha chiesto formalmente all’Antitrust una revisione delle condizioni poste in sede di fusione Banca Intesa-Sanpaolo Imi, per quel che riguarda l’obbligo a vendere Sud Polo Vita a operatori terzi. Questo perché, spiega Intesa, lo scioglimento della joint venture con Generali in Intesa Vita di fatto solleva la banca da problemi di posizione dominate nel mercato assicurativo nazionale derivanti dalla collaborazione col Leone triestino.
Non ci sono al momento indicazioni sui tempi della concessione delle eventuali autorizzazioni. Ma basta ripercorrere il documento con cui, ai tempi, l’Antitrust diede il semaforo verde alla fusione Intesa-Sanpaolo, per capire come la presenza di Generali nell’azionariato di Intesa resti una questione fondamentale per ogni tentativo di rafforzamento della banca guidata da Corrado Passera in campo assicurativo. A maggior ragione ora che, sebbene di fatto «congelato», il patto con l’Agricole tende a rendere più «pesante» il ruolo della compagnia assicurativa. Facile dunque ipotizzare tempi non brevissimi per l’analisi del progetto e la revisione dell’intera questione da parte dell’Antritrust. Prematuro probabilmente anche parlare dei costi della ristrutturazione che Intesa dovrà sostenere. Costi derivanti dalla liquidazione dei partner in Intesa Vita e Centrovita Assicurazioni e costi legati all’integrazione effettiva delle varie strutture.

Il tavolo di confronto con Generali è già aperto, spiega Intesa, anche perché il divorzio era comunque antecedente alla decisione di riorganizzare le attività bancassicurative, se non addirittura la sua causa scatenante. Una volta ricevuto l’ok dall’Antitrust, si ipotizza all’interno della banca, partirà la trattativa con Cardif e poi l’analisi vera e propria dei costi e dei tempi di ristrutturazione.

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