Intesa Sanpaolo, Zaleski sfiora quota 5%. Il finanziere ritira per 1,85 miliardi il 2,7% dal Crédit Agricole e prenota un altro 1%

Guzzetti: "A inizio febbraio il patto tra i soci". Generali? "È da discutere"

Milano - Romain Zaleski si siede al tavolo del poker azionario di Intesa Sanpaolo e con una «puntata» da 1,85 miliardi sale al 4,95% della Superbanca. La mossa è stata ufficializzata ieri dal finanziere franco-polacco che attraverso il braccio industriale della Carlo Tassara ha ritirato a 5,8 euro per azione un altro 2,7% di Intesa (320 milioni di titoli) «attingendo» dal 3,6% ceduto dai francesi del Crédit Agricole.
Dettagli richiesti dalla Consob a Zaleski (il contratto è stato firmato domenica e sarà perfezionato oggi) che oltre ad appoggiarsi sulla propria liquidità è stato finanziato da Bpm, Mediocredito Centrale (Capitalia) e da alcune banche straniere. Il finanziere ha comunque chiarito di voler riporre nel proprio forziere un ulteriore 1% di Intesa. Magari sfruttando un’«opzione» sulla parte restante del pacchetto venduto dalla Banque Verte per rispettare le richieste dell’Antitrust. Da qui le ricostruzioni secondo cui il finanziere ha già richiesto a Bankitalia l’autorizzazione a superare la soglia del 5% di Intesa, proiettandosi in un investimento superiore a quello delle Generali (5,07%) e che potrebbe risultare secondo solo all’8% racimolato dalla Compagnia di Sanpaolo. L’Ente presieduto da Franzo Grande Stevens impegnato da tempo nel gioco di pesi e contrappesi tra l’anima milanese e quella torinese del nuovo campione del credito.
L’approdo è il patto di consultazione che, ha detto il presidente della Fondazione Cariplo Giuseppe Guzzetti, sarà firmato a inizio febbraio. La possibilità che vi aderiscano le Generali è ancora «da discutere», ha proseguito il banchiere negando di aver acquistato titoli dall’Agricole. La stessa Ca de’ Sass è tuttavia pronta a salire al 5,8% rilevando la metà della quota di Cariparma e i movimenti tra le fondazioni non sembrano terminati. Come potrebbero svelare gli ulteriori passaggi ai blocchi (0,4%) di ieri, dietro cui potrebbe esserci un aggiustamento di Cariparo intenzionata a salire dal 4% al 4,7 per cento. La compravendita è avvenuta a 5,9 euro: prezzo in linea con la chiusura di Piazza Affari, dove Intesa ha guadagnato l’1,21%. Alla stretta di Zaleski, che cementa così ulteriormente i propri rapporti con il presidente Giovanni Bazoli, fa da contraltare l’allentamento dei legami con l’Agricole. A pochi giorni dalla discesa di Parigi nel capitale di Intesa, l’amministratore delegato Corrado Passera ha infatti annunciato l’addio al board della Banque Verte che ne prenderà atto nella riunione del 31 gennaio.
Qualche settimana in più richiederà invece la gestazione del piano industriale che dovrebbe vedere la luce a marzo. La previsione è dello stesso Passera che ieri ha parlato per quasi due ore ai 1.500 dirigenti del supergruppo, per la prima volta riuniti tutti insieme al Lingotto di Torino da tutta Italia.

Un incontro, erano presenti anche Bazoli ed Enrico Salza, improntato dall’orgoglio del nuovo gruppo che le linee manageriali hanno accompagnano con applausi e qualche nota di cautela. La tabella di marcia prevede che entro fine mese sia definito l’organigramma di tutte le strutture, mentre a febbraio sarà scelto il sistema informatico. Oggi a Milano l’incontro con i sindacati.

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